Torna l'incubo mafioso, ma gli imprenditori denunciano le pressioni

Torna l’incubo mafioso, ma gli imprenditori denunciano

Pressioni per ritirare le accuse: "Non vogliamo perdere la serenità ritrovata"

Lo scorso ottobre qualcuno si è presentato nel caffè che gestiscono a Bagheria, tentando di rovinare quella che i titolari descrivono come “un’aria di pace e serenità” ritrovata dopo avere denunciato gli uomini del racket. Entravano nel locale e pretendevano di bere gratis. Altrimenti creavano risse e caos.

I titolari non hanno avuto tentennamenti e, ancora una volta, hanno raccontato tutto ai carabinieri. I verbali sono confluiti nel processo che vede imputate 11 persone con l’accusa di avere imposto la protezione dei buttafuori nei locali della provincia con il benestare della mafia.

Nel settembre 2019, il blitz. Pochi mesi dopo, nel gennaio 2020, gli imprenditori raccontano ai carabinieri che “l’attività commerciale ha ripreso piano piano un andazzo normale. Siamo stati anche supportati dall’associazione Addiopizzo attraverso la quale è stato possibile anche ricominciare a rilanciare le attività proposte dal nostro esercizio commerciale richiamando l’attenzione dei clienti”.

Si stanno lasciando alle spalle un brutto periodo: “Stiamo cercando di risollevare le sorti della nostra attività”. Qualcuno però si presenta al caffè a nome di Gaspare Ribauto, uno degli arrestati. Li invitano sostanzialmente, così denunciano, a ritrattare “perché Ribaudo rischia 10 anni di carcere”.

L’incubo si rimaterializza, proprio ora che hanno superato il difficile periodo post denuncia. Si sono sentiti isolati perché, come racconta uno di loro, “diversi miei amici e conoscenti hanno smesso di frequentarmi, alcuni si sono limitati soltanto al saluto cambiando radicalmente atteggiamento”.

Il resto è storia recente. Il 17 ottobre scorso il titolare riceve un messaggio audio. Un conoscente di nome “Roberto” li invita a dire “la verità che in fondo lui era venuto soltanto a prendere le birre, perché si vorrebbe ammazzare dato che ha già perso tutta la famiglia”. Il riferimento sarebbe a Luca Rughoo, marito e papà di due delle nove vittime dell’alluvione del 3 novembre 2018 a Casteldaccia che travolse una villetta.

L’uomo vuole incontrare il titolare che taglia corto: “Non devo vedere nessuno”. A questo punto il conoscente si affretta a precisare: “Mi raccomando non fraintendiamo io sono venuto come l’ultimo cretino di Bagheria Non vorrei che questa conversazione stupida mi danneggiasse nella vita, ma stiamo scherzando scusami quando ci vediamo ci prendiamo un caffè quello che vuoi ma io con quella con la freccia di Bagheria che cosa c’entro?”.

Tutto finisce in un verbale. I titolare del locale non hanno alcuna intenzione di rinunciare alla serenità ritrovata.


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