PALERMO – Il prossimo 27 luglio l’università di Palermo avrà il suo nuovo Rettore. L’era Micari sta per volgere al termine e per la sua successione, come vi aveva anticipato qualche settimana fa Live Sicilia, i candidati sono due. Uno di questi è l’ordinario di Igiene dell’Università degli Studi di Palermo Francesco Vitale, epidemiologo e medico di sanità pubblica, già componente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità nonché presidente della Scuola di Medicina e Consigliere di Amministrazione dell’Ateneo palermitano.
Vitale ha già presentato il suo programma che, come spiega “è di prospettiva per i prossimi sei anni. È un programma che guarda ad una ripresa interna ed esterna dell’università, questo in termini di conoscenza del mondo che guarda all’università. Abbiamo aumentato il numero di studenti e dobbiamo continuare a farlo. Si dovrà guarda alla ricerca con grande interesse, che sia di qualità e che porti l’università di Palermo ad essere un partner richiesto dai gruppi di ricerca internazionali, ma che consenta noi di avere gruppi di ricerca internazionali, intercettare finanziamenti, migliorare il numero di studenti, migliorare la qualità e il numero di corsi di studio, avere un maggiore rapporto con il territorio, con la politica regionale e nazionale, migliori rapporti con le imprese per migliorare i tirocini. Sarà necessario migliorare le infrastrutture, migliorare l’internazionalizzazione ed essere università internazionale”.
Il candidato Rettore sa bene, che quando si sente parlare di aumento di studenti si potrebbe pensare all’abbassamento della qualità: “La Sicilia è la regione italiana con il più basso numero di laureati tra i 24 e 35 anni. Come facciamo, se non aumentiamo gli studenti, ad aumentare il numero di laureati? Dobbiamo cercare di tenere un livello di qualità alto. Il rapporto AlmaLaurea 2019 per l’università di Palermo certifica l’elevata soddisfazione degli studenti per aver studiato a Palermo”.
Vitale conosce l’importanza di avere un Ateneo in grado di aprire le porte a tutti: “Siamo un Ateneo che ha una no tax area tra le più alte. Abbiamo stabilito, quando ero nel Cda, di non far pagare le tasse a chi ha un reddito Isee inferiore a 25 mila euro. Per informare gli studenti sarà importate il MOC (Maxim Online Open Course), delle presentazioni utili a migliorare la conoscenza di un determinato argomento, che potrebbero essere utili per presentare l’università di Palermo e distribuirlo a tutti gli studenti. In questo modo potrebbero valutare e conoscere l’università e i professori, compreso il pagamento delle tasse. Questo permetterà agli studenti di orientarsi direttamente nelle scuole. Chiaramente l’altro fronte riguarderà il mondo industriale ed il mondo produttivo. Per questo, se dovessi essere eletto Rettore, stipulerò delle convenzioni con Confindustria Sicilia, Confartigianato e Confcommercio”.
“Per migliorare l’internazionalizzazione – ha continuato Vitale – cominceremo con il migliorare le residenze degli studenti. Ci potremmo avvalere della collaborazione con l’Ersu Palermo che ha a disposizione 750 posti letto. Miglioreremo la residenzialità utilizzando la legge 338 del 2000, che co finanzia al 50%, e fino a 20 milioni di euro, la riconversione di edifici di proprietà che vengono destinati a residenza per gli studenti. Cercheremo di collaborare anche con il Ministero degli Affari Esteri per la Cooperazione Internazionale per accogliere studenti di vari Paesi, che arrivano in Sicilia per seguire i nostri corsi, in maniera tale da poter avere un flusso di studenti e fare da avamposto culturale per l’Italia sul Mediterraneo”.
Vitale, se dovesse essere essere eletto Rettore, cercherà il dialogo con la politica: “Credo che la politica locale e regionale siano di grande importante. Confido nella sinergia tra le istituzioni. L’università ha tante competenze e le dovrà mettere a disposizione della politica. Credo nel confronto e nella partecipazione nel rispetto dei propri ruoli”.
Dopo un anno e mezzo, l’università di Palermo è tornata alle lezione in presenza. Per questo periodo gli studenti hanno sfruttato la dad che, comunque, qualcosa ha lasciato: “Ha insegnato che quando c’è la volontà si può fare tutto. Non avremmo mai immaginato di tenere i corsi a distanza, mantenendo ugualmente gli esami. Siamo riusciti a mantenere i corsi attivi e a far proseguire le carriere agli studenti in maniera regolare. Ci siamo adattati con una didattica online che non piace a nessuno, ma che ha una sua importanza e ha lasciato una eredità importante. Oggi dobbiamo guardare al futuro e non buttare via quanto fatto. Molte università cominciano a guardare ad una didattica mista. Come didattica mista intendo una parte del programma online, in particolare quella con più nozioni, mentre la parte più corposa del programma deve essere effettuata in aula. Per fare questo c’è bisogno di aule cablate, moderne e con le attrezzature adeguate. Questo è un obiettivo di programma”.