L'allarme dei cardiologi: "Con il Covid aumentati i morti da infarto" - Live Sicilia

L’allarme dei cardiologi: “Con il Covid aumentati i morti da infarto”

"Passati dal 4 al 13% in appena un anno, con una maggiore mortalità domestica che ha superato l'incredibile soglia del 35% dei casi"
CORONAVIRUS
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CATANIA – “Le malattie cardiovascolari, particolarmente quelle ischemiche, in Italia continuano a rappresentare la prima causa di mortalità, ben distanziando le malattie vascolari cerebrali e quelle neoplastiche”. Non è il Covid dunque la prima causa di morte in Italia. Ma restano sempre le patologie riguardanti il cuore. Un trend in crescita anche a causa della pandemia, che ha allontanato i pazienti dagli ospedali e da un approccio più ordinato alle cure. L’analisi arriva da Michele Massimo Gulizia che ha parlato al Mediterranean cardiology meeting, di cui è il presidente e che si è svolto nei scorsi giorni a Catania. I lavori sono stati aperti dell’assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza. Vi hanno partecipato oltre ottocento tra ricercatori e specialisti si sono riuniti nella citta’ etnea, con una Faculty di oltre 150 tra relatori e moderatori, per fare il punto e presentare le maggiori novita’ nell’ambito della Cardiologia, su patologie emergenti e di grande impatto.

“La Sicilia in questi ultimi anni – ha aggiunto Gulizia che e’ direttore della Cardiologia dell’ospedale Garibaldi-Nesima di Catania – ha migliorato la performance assistenziale in ambito cardiologico attestandosi a una mortalita’ media per cardiopatia ischemica dell’8,5%, appena piu’ alta rispetto alla media nazionale dell’8%. Ma in Italia siamo ancora lontani da un concetto di reale integrazione ospedale-territorio e di consapevolezza delle reali necessita’ e gli strumenti diagnostico-terapeutici oggi a disposizione non vengono utilizzati al meglio a causa di ritardi burocratici”.

“La paura legata alla pandemia – ha sottolineato il cardiologo – ha purtroppo ridotto di oltre il 48% la richiesta di accesso dei cittadini cardiopatici acuti ai pronto soccorso, per cui la mortalita’ per infarto e’ aumentata dal 4 al 13% in appena un anno, con una maggiore mortalita’ domestica che ha superato l’incredibile soglia del 35% dei casi. L’appello che lanciamo a tutti i pazienti cardiopatici e ai cittadini che dovessero manifestare sintomatologia riconducibile a una sospetta cardiopatia – ha affermato il prof. Gulizia – e’ di non indugiare a recarsi al piu’ vicino pronto soccorso o, ancora meglio, a chiamare il servizio di emergenza 112, perche’ una diagnosi precoce permette di salvare il cuore e di intervenire in maniera risolutiva lasciando l’organo intatto e sano prima che si verifichi l’evento che puo’ danneggiarlo permanentemente”.  


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