Arriva il Papa e a Palermo scoppia una polemica sui divorziati che per alcuni sacerdoti non possono ricevere la comunione o insegnare ai bimbi il catechismo. La scintilla nella chiesa di Regina Pacis, la parrocchia della Palermo bene dove una catechista amata dai piccoli e dalle loro mamme, Iolanda Serra, 46 anni, divorziata da 16, risposata e con una figlia adolescente, è stata fatta scendere dall’altare – secondo la sua ricostruzione – durante una funzione religiosa, mentre si accingeva a leggere la “preghiera dei fedeli”. Accorata e risentita la signora racconta: “Allontanata dall’area dell’altare e mortificata davanti a mia figlia, il parroco Giovanni Basile mi ha bloccata ad alta voce perché contrario alla presenza dei divorziati in chiesa”. E’ l’epilogo di frizioni registrate da un anno, da quando padre Basile a Regina Pacis è subentrato a padre Nuvola, allontanato con l’accusa di uno scandalo a sfondo sessuale.
Rapporti tesi in sacrestia. Culminati nello sfogo attribuito allo stesso padre Basile dalla Serra: “Ha gridato che bisognerebbe mandare i divorziati al rogo, quasi giustificando le torture della ‘Santa Inquisizione’”. Almeno così sostiene e scrive la Serra nella lettera consegnata ai genitori dei venti bambini ai quali insegnava il catechismo fino a due settimane fa. Una paginetta che ora circola fotocopiata nelle chiese di Palermo come il volantino di una protesta amplificata perché ne arrivi l’eco al Papa: “Esonerata, ritengo rispettoso informarvi dell’accaduto per mettere in evidenza come tutto questo abbia inciso nella serenità della mia famiglia che, dinanzi a Dio, prosegue il suo cammino a testa alta”. Parole accompagnate da un’altra lettera, scritta proprio dal Papa prima di salire al soglio pontificio e destinata ai vescovi, perché possano aprire le braccia ai divorziati. Un documento, quindi, sui “divorziati risposati”, sul tema della comunione invocata da chi ha un matrimonio alle spalle: “Si tratterebbe di una soluzione pastorale tollerante e benevola per poter rendere giustizia alle diverse situazioni dei divorziati risposati”. Una direttiva firmata “Prefetto Ratzinger” perché allora, da cardinale, guidava la “Congregazione per la dottrina della fede” e avallata da Giovanni Paolo II che “ne ha ordinato la pubblicazione”.
Lettera e documento hanno avuto come effetto immediato la protesta dei genitori, anche perché questa mite signora, da anni impegnata nel catechismo pomeridiano, è stata costretta ad abbandonare il corso. Così, nella disapprovazione generale, molte mamme hanno deciso di ritirare i figli dal catechismo per trasferirsi in altre parrocchie. E’ il caso di Valeria Russo, madre di due gemelline: “Inaudito il comportamento del parroco”. O di Maria Gabriella Quiligotti, avvocato dello Stato con una figlia di 9 anni: “Non intendo lasciare la mia piccola in questo contesto repressivo”. Il sostegno alla signora Serra arriva anche dai suoi colleghi. Attonito per l’accaduto Piero Di Chiara, catechista nella stessa parrocchia, spiega: “In Curia ci sono corsi per separati e divorziati. Il parroco è stato rigido e avventato. Da laico contesto il comportamento, ma occorre che si decida dentro la Chiesa. Sicuramente penso che un vescovo dovrebbe richiamarlo”.
In sacrestia, però, don Giovanni Basile non è in sintonia con la ricostruzione della signora e spazientito smentisce l’accaduto: “Ho poco tempo e non ho mai parlato di roghi. Ma la normativa della Chiesa a riguardo non è equivoca. I documenti parlano chiaro e mi regolo con quelli”. Priva di sensi di colpa, Iolanda Serra è certa di essere nel giusto: “Non mi sento in colpa per nulla. Il divorzio non è un imbarazzo. Nella vita non c’è niente di scontato e se un matrimonio va male questa rimane l’unica soluzione. È il solo modo per non far soffrire ancora di più i figli”. Si vanta del rapporto con l’ex marito, padre di un ragazzo diciannovenne, iscritto al liceo linguistico: “Gli voglio molto bene. Anche grazie a lui nostro figlio è considerato dagli insegnanti per educazione un principe”. Considerazioni che non bastano ad ammorbidire la rigidità di padre Basile, deciso a non commentare il documento firmato “Prefetto Ratzinghr”, senza arretrare sul no alla Serra e ai divorziati.