PALERMO – La spazzatura lungo le strade di Palermo è un grande problema che la Rap sta cercando, con notevoli difficoltà, di risolvere ma non è per nulla semplice.
Vista la grave situazione igienico-sanitaria il Codacons ha diffidato il Comune e la Rap, chiedendo alla Regione Siciliana di nominare un commissario.
“Una grave situazione di degrado urbano che per la periodicità con cui da anni si verifica, conclama l’inaccettabile incapacità delle classi dirigenti nella gestione dei rifiuti della quinta città d’Italia e ne mortifica l’immagine“. Scrive il Codacons in una nota.
“Le tonnellate di rifiuti riverse per strada, il costante odore nauseabondo che, specie nei giorni di particolare caldo, si diffonde nell’aria, non costituiscono ‘soltanto’ un problema di natura giuridica per l’indiscutibile diritto a vivere in ambiente salubre, costantemente violato, ma pongono – oggi più che mai – una seria questione sociale sulle condizioni di vita che i cittadini palermitani subiscono ai loro occhi e dei tanti turisti che visitano una città, priva dei servizi essenziali. È, prima di tutto, un’offesa alla dignità dei palermitani!.
Gli ultimi disservizi acuiscono il problema e rappresentano una minaccia all’igiene e alla salute dei cittadini che hanno determinato il Codacons – assistito dall’avv. Paolo Di Stefano – a notificare il primo atto di una class action pubblica diffidando l’amministrazione comunale e la Rap a ripulire la città, a garantire il regolare servizio di pulizia e di raccolta rifiuti, ad adottare misure idonee a prevenire il ripetersi del fenomeno di degrado, ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e di recupero di materia in tutta la città. Con la stessa diffida, il Codacons ha invitato gli organi della Regione Siciliana a provvedere alla nomina di commissari straordinari, in applicazione del “potere sostitutivo” previsto dall’art. 14 della Legge Regionale n. 9 dell’8/4/2010 che può esser esercitato in taluni specifici casi, come in ipotesi di mancato controllo del pieno adempimento dell’esecuzione del contratto di servizio nel territorio comunale.
In caso di inottemperanza alla diffida, l’associazione agirà in via giudiziale, fermo il diritto di ogni consumatore di agire in forma collettiva o individuale per la tutela dei propri diritti, compreso quello alla riduzione e restituzione fino al 60% della TARI a causa dei ripetuti disservizi”.