ENNA – Si è presentato spontaneamente in questura e si è costituito. Ha già cominciato, così, a scontare la condanna a 5 anni di reclusione che gli è stata inflitta per peculato, divenuta definitiva martedì pomeriggio. È stato tradotto carcere a Gela il preside Giovanni Scollo, l’ex dirigente scolastico in pensione dell’Istituto tecnico commerciale Leonardo Da Vinci di Piazza Armerina, al centro di un’inchiesta della Squadra Mobile per l’accusa di aver utilizzato impropriamente circa 300 mila euro dalla scuola, soldi spesi tra l’altro per numerosi viaggi all’estero a scopo di piacere, in particolare in Romania. I giudici hanno riconosciuto Scollo colpevole del reato dal 2007 al 2010, perché i presunti casi di peculato antecedenti – l’accusa aveva ricostruito ipotesi di reato risalenti all’incirca al 2001 – sono stati dichiarati prescritti.
La condanna definitiva
Martedì pomeriggio i giudici della sesta sezione della Corte di Cassazione hanno respinto il ricorso presentato dai legali di Scollo, gli avvocati Antonio Impellizzeri e Alfredo Gaito. La sentenza è passata in giudicato. Il preside era stato assolto con formula piena in primo grado, ma la sentenza fu impugnata dalla Procura generale e ribaltata dai giudici della Corte d’appello. Ora la condanna diviene definitiva con il pronunciamento dei giudici di piazza Cavour a Roma. Questa vicenda fu scoperta nel 2011.
L’ipotesi di estorsione
Il principale accusatore di Scollo fu l’ex direttore amministrativo della scuola Giovanni Delle Cave, coinvolto a sua volta e che patteggiò la pena, puntando l’indice contro Scollo anche per un’ipotesi di estorsione: lo accusò di averlo costretto a firmare una falsa dichiarazione, per assumersi tutte le responsabilità degli ammanchi. Questa accusa fu esclusa in primo grado, poi in appello derubricata in violenza privata e dichiarata prescritta. Adesso anche la prescrizione è divenuta definitiva. Parte civile si è costituito Delle Cave, assistito dagli avvocati Concetto Cucci, Ornella Romano e Angela Patelmo.