A.A.A. cercasi commissario liquidatore per la Gesip. Disperatamente. Si potrebbe sintetizzare così la mail che il comune di Palermo, nella persona del capo di gabinetto Sergio Pollicita, ha inviato prima di Pasqua a un centinaio di professionisti per trovare un successore al dimissionario Massimo Primavera che lo scorso 29 febbraio ha rassegnato le dimissioni. Una decisione, quella di Primavera, quasi scontata viste la tragica situazione in cui versa la società partecipata, da anni in liquidazione e con soldi in cassa solo per qualche altra settimana, e la difficoltà nel restare seduti su una scomodissima poltrona che diventa sempre più incandescente specie per le proteste dei lavoratori.
Ecco, allora, che il Comune si è dovuto mettere alla ricerca di un nuovo commissario, pur con tutte le difficoltà del caso vista la riluttanza di più di un dirigente interno nel prendersi la responsabilità, specie nei confronti dei dipendenti, di dover condannare definitivamente l’azienda a morte certa. Eppure, qualche settimana fa, sembrava che il nome del direttore del personale, Daniele Dealmagro, fosse il più accreditato e anche il più gradito specie ai sindacati. Ma, secondo una fonte interna, la Latella si sarebbe opposta perché avrebbe rappresentato la continuità rispetto alla precedente gestione, evidentemente poco fortunata.
Ecco allora l’idea, anche per rendere più trasparente possibile l’operazione, di rivolgersi a 120 professionisti privati a cui nei giorni scorsi è arrivata una e-mail. Una singolare e-mail. Non solo perché non inviata da una casella di posta elettronica certificata, come ci si aspetterebbe da un Comune, ma anche per l’oggetto: “Disponibilità a svolgere l’incarico di Liquidatore di GE.S.I.P. Palermo S.p.A. in liquidazione”. Una procedura insolita, visto anche che la notizia non è circolata sulla stampa e non è stata pubblicizzata sul sito del Comune, tanto che qualcuno dei destinatari ha pensato che si trattasse di uno scherzo e ha cestinato il tutto. Il testo della mail recitava così: “Dovendo, pertanto, questa Amministrazione provvedere, nella qualità di Socio Unico, a designare il nuovo liquidatore di GE.S.I.P. Palermo S.p.A., si chiede alla S.V. di comunicare, stesso mezzo, al Comune di Palermo […] entro 5 giorni dalla ricezione della presente, la propria disponibilità a svolgere l’incarico in argomento. Analoga richiesta è stata rivolta con nota separata agli altri professionisti che hanno aderito ai bandi di questa Amministrazione”.
Il compenso per un incarico tanto delicato? 45.812,92 euro all’anno, così come previsto dalla legge. “Nella valutazione delle disponibilità – continua la mail – saranno considerati titoli preferenziali la Laurea in Economia (vecchio e nuovo ordinamento), le abilitazioni alle professioni di Dottore Commercialista e di Revisore Contabile, le iscrizioni ai relativi Ordini professionali e le esperienze pregresse in società di capitali in liquidazione”.
In seguito all’invio della mail e alla ricezione delle risposte, è stata effettuata una scrematura che ha portato i candidati a 32, che adesso dovranno sostenere un colloquio a Palazzo delle Aquile. I primi si sono svolti. Ma ad apparire singolare è anche il modo in cui la scrematura è stata effettuata. “Atteso, tuttavia, il numero rilevante di manifestazioni di disponibilità pervenute e la natura dell’incarico da eseguire e gli ulteriori titoli preferenziali dalla S.V. dichiarati nel curriculum – si legge in una mail inviata ieri ad un avvocato che aveva risposto positivamente- spiace comunicare che la S.V. non è stata selezionata al conseguente colloquio”. Una spiegazione un po’ vaga e per niente esaustiva, che ha alimentato più di una voce. Voci secondo cui il nome da scegliere sarebbe già stato individuato, ancor prima dei colloqui. Sarebbe solo un rumors, ma che circola con sempre più insistenza: si tratterebbe di Alessandro Scimeca, commercialista con una solida esperienza nel campo, sponsorizzato da alcuni esperti che avrebbero assistito il Comune nell’organizzazione della selezione. Qualora però la selezione dovesse andare a vuoto, a quel punto la strada sarebbe obbligata: interverrebbe il tribunale nominando qualcuno d’ufficio.