"A Catania cambi di casacca? |Non voglio crederci" - Live Sicilia

“A Catania cambi di casacca? |Non voglio crederci”

Ultima chiamata per il centrodestra catanese (e isolano) bocciato anche alle recenti amministrative.

Intervista a nello musumeci
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4 min di lettura

CATANIA – Nello Musumeci in campo per ricompattare quello che resta del centrodestra etneo e isolano. Da almeno un anno le macerie sono sparpagliate dappertutto. Quasi non fai a tempo a riparare che, subito, si apre un’altra crepa e viene giù un altro costone. Ma il destino di quella coalizione che solo fino a qualche anno fa era una macchina da guerra che pareva inscalfibile, passa ora attraverso l’adunata che lo stesso deputato regionale ha programmato a Catania per il prossimo 7 luglio. “Il destino – attacca Musumeci – un pò lo si subisce ed un po’ lo si costruisce. Il centrodestra a Catania, nelle sedi istituzionali, a mio avviso, va ricompattatto. Va rimotivato. Nella città capoluogo, sento di possibili cambi di casacca: voglio non crederci. Ma, se questo fosse vero, sarebbe la conferma di un forte calo di tensione: io, invece, credo che tutte le anime che compongono il centrodestra, al di là del loro peso specifico, debbano avere consapevolezza del momento grave che vive la città e devono assumere appieno la propria responsabilità”.

Credo di capire che questo, dunque, non sta avvenendo?

“Dico che si deve stare tra la gente. Quando si ha un ruolo come quello di stare all’opposizione si deve essere di denuncia e di proposta”.

Ma a chi tocca in questo momento riprendere in mano le redini del centrodestra etneo mai, forse, così frastagliato e diviso?

“Quel che appare più disarmante è una sorta di esasperato egoismo. La presunzione di qualcuno di essere già arrivato, o di essere depositario di verità, o di essere il centrodestra con al “C” maiuscola”.

A chi si riferisce?

“MI riferisco a più di un soggetto e non è neppure il caso di fare i nomi. Credo che la supponenza, l’arroganza, la certezza di essere sicuri in politica non serve. Soprattutto, non serve a un centrodestra che per essere alternativo alla sinistra deve avere un’anima assolutamente popolare e sociale”.

E’ questo che vi direte il 7 luglio nell’incontro pubblico che terrete con Stancanelli e Pogliese?

“Incontreremo i quadri dirigenziali dei soggetti del centrodestra: ognuno verrà con i propri sindaci, consiglieri, assessori, i dirigenti di partito. E’ una iniziativa che abbiamo assunto persone di una certa esperienza come il sottoscritto, Stancanelli, Bellavia, Razza. Vogliamo parlare alla nostra gente: quella che vive nella trincea della sofferenza, quelli che sono gli ambasciatori del centrodestra sul territorio. Dobbiamo dare una lettura corretta sul perché si sia interrotto il dialogo tra il centrodestra e la comunità etnea”.

C’è chi, però, ha già fatto analisi all’indomani delle europee.

“Guardi: è meglio che nessuno citi le elezioni europee perché sarebbero una lettura sbagliata. Il dato europeo non si presta ad analisi sociologiche. E’ un dato estraneo alla realtà locale: l’unico dato che dev’essere preso in considerazione è quello delle amministrative. Un dato che non lascia presagire nulla di ottimistico, francamente, nell’aera del centrodestra etneo”.

Com’è Catania amministrata dal centrosinistra? Vi mordete un pò le mani per come si sono chiusi i quindici anni di amministrazione di centrodestra?

“No. Io credo che l’alternanza sia assolutamente utile. Siamo passati da una fase di vacche grasse ad una di vacche magre. Io sono convinto che l’alternanza col centrosinistra per noi potrebbe essere addirittura utile. Il giudizio sull’operato di Stancanelli è stato impietoso ma non dimentichiamo che Stancanelli ha avuto il coraggio condurre una stagione del rigore e dei tagli: criteri che non creano consenso sociale”.

Fatto sta che siete finiti all’opposizione.

“Al Comune di Catania, Bianco si trova a governare con alcuni soggetti che hanno condiviso, negli anni passati, responsabilità di governo con il centrodestra e nel centrodestra. C’è un pò di confusione nella geografia politica: ma questo dipende dalle logiche, perverse e amorali, di un certo mercato delle coscienze che non è un fenomeno nuovo e, certamente, nemmeno in via d’estinzione”.

La strada per voi appare comunque in salita.

“Io temo che qualcuno voglia vivere di rendita: ma evidentemente non ha capito che, se ci si siede sugli allori, le foglie possono pure pungere il sedere”.

Il Nuovo Centrodestra è destinato a rientrare nei ranghi?

“All’Ars con Ncd abbiamo condiviso scelte importanti: da Roma ogni tanto arriva qualche richiamo a riproporre con Crocetta lo stesso modello che è stato varato con Renzi. Mi sembrerebbe un tradimento al voto dei siciliani. Sarebbe, peraltro, un investimento infelice in una delle fasi più difficili dall’insediamento di Crocetta nel novembre del 2012”.

Guardiamo nella sfera di cristallo: l’attuale Governatore arriva alla fine del mandato?

“Non sono ancora dotato di sfera di cristallo ma, con un giudizio da uomo della strada, penso che questa esperienza possa concludersi o con le dimissioni di Crocetta o con la mozione di sfiducia. Escluderei le dimissioni di Crocetta perché non avrebbe più dove andare subito dopo; escluderei la mozione di sfiducia da parte dei deputati perché nessuno vorrebbe andare a casa sapendo che a tornare sarebbero solo in 70. Chi vuole che possa prestarsi ad una operazione del genere?”.


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