A come Ammore - Live Sicilia

A come Ammore

Cambiano i tempi e cambia anche il profilo del "cliente-tipo" delle prostitute. Chi, ancora oggi, paga in cambio di prestazione sessuali? Ecco una riflessione sul tema dell'amore a pagamento, con un'offerta finale per il danaroso cliente.
LO SPECIALE DELLA DOMENICA
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Appartamento extralusso in centro con moglie bona e prole snob, ma anche bettola fatiscente in periferia con moglie cozza e figlio dodicenne che spaccia erba. Il professionista con il macchinone ed il bombolaro con la lapa possono avere in comune insospettabili passatempi. Perché c’è chi la domenica mattina va a correre, chi dipinge, chi semina basilico e chi va con le prostitute o, visto che siamo appalermo, appulle.

Quando si tratta di desiderio, perversione o virticchiu, comunque lo si chiami, non c’è ceto che tenga o istruzione che possa fare da sedativo. In un’epoca ormai persa nell’oblio, giovani uomini inesperti venivano portati nei bordelli per essere avviati alle gioie della carne. Così a Londra, così a Parigi, così in via Mazzini a Palermo. Ma tra i mille motivi che c’erano spicca un abbigliamento femminile antisesso e il fatto che prima del matrimonio non avevi unni iri.

Ma ora, cioè fatemelo dire, ora che Palermo, l’Italia, il mondo sono pieni di fimminazze che per una cena fuori farebbero qualsiasi cosa ed inoltre, dico, se vuoi evadere dalla realtà c’è il canale regionale che ti regala ore e ore di culi in tutte le misure, colori e posizioni, qualcuno mi spieghi il motivo per il quale ancora si va a pulle. Alla scusa della “timidezza” non ci credo. Non ci credo che qualcuno possa preferire di dare a una sconosciuta trenta euro per dieci squallidissimi minuti, piuttosto che mandare un paio di sms alla collega figa e magari ottenere anche di più. Più verosimilmente penso che la discendenza dalla scimmia in alcuni di noi sia più evidente. Ovviamente solo sentire parlare di questo argomento scatena il piccolo puritano che è in noi, quindi inutile chiedere in giro: “Ehi tu, cosa ne pensi della prostituzione?”, sperando di ottenere una risposta meno vaga di: “Vabbè, sono malati quelli che ci vanno”.

Siamo tutti bravi a puntare il dito su chi lo fa e su chi su questo ci costruisce un business, siamo pronti a dire “mischine” quando le vediamo ferme sotto il pico del sole, e ci viene su la lacrimuccia quando leggiamo di madri che lasciano la figlia adolescente con il capo-condomino per non pagare la quota bimestrale. Ma intanto, tornando da Mondello le pulle sono sempre lì, tra la palazzina cinese e l’ippodromo. Qualcuno le dovrà pur finanziare. E non so se a Palermo ci siano tutti questi freak (giustificati vox populi) che non hanno dove altro andare a sbattere le corna. Perché diciamolo, ormai è luogo comune che il pirla dell’alta società che deve scapricciarsi si paga la escort, e che con quelle altre ci vanno solo i poveracci e quelli proprio strani. In realtà, c’è il maritino perfetto che uscendo dal circolo si va togliere le voglie con la trans al piazzale dei matrimoni e c’è la coppia di paesanelli che festeggia l’anniversario caricandosi in macchina la moldava appena maggiorenne, quando lo è.

Ma tornando a quell’epoca lontana, se allora fare il Puttan Tour e fermarsi anche solo a parlare con una di loro aveva il fascino della misteriosa iniziazione o del proibito, chi si dedica a queste pratiche oggi lo fa perché è schiacciato dal piattume della sua stessa esistenza. Insoddisfatto, o forse troppo soddisfatto, dal matrimonio, dalla carriera, insomma dalla vita, il nostro amico troglodita aspetta l’occasione d’oro per farsi il giro dei night. Magari è anche un bell’uomo, il nostro amico. Magari si mette la faccia di balata e ti presenta Katinka come la sua ragazza. Possibilmente questo essere è convinto che in giro non si sappia che quando andò fuori per un congresso in realtà è stato a Praga con ragazze dell’età di sua figlia.

Magari pensa che nessuno riconosca il suo autista/portaborse che lo aspetta in macchina mentre lui, con il completo da tremilaeuro è lì sopra, al quarto piano, che si trastulla. E invece no, caro mio. Sappiamo tutti quanto sei fetente e triste. Sei triste perché, da mezzo uomo che sei, ti manca pure il coraggio di fare la vita che vorresti e vivi in un ridicolo schema.

Perché quando fanno i servizi sul turismo sessuale mi fai vergognare di abitare l’Italia. Perché nella maggior parte dei casi non hai giustificazioni. Perché se penso a te che paghi per una carezza mi viene un’angoscia che nemmeno quando il cacciatore spara alla mamma di Bambi. Perché stai approfittando di una donna che in quel momento ti darebbe volentieri una ginocchiata sulle gengive, altro che “Ammore”. Ecco, su quest’ultimo concetto riflettici cinque minuti. Dai, se lo fai ti do dieci euro.


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