PALERMO – Una vittoria a sorpresa, e giunta sul “filo di lana”. Vittorio di Salvo sarà il candidato del Partito democratico in vista delle elezioni amministrative che si terranno nella prossima primavera. Una vittoria, quella di Di Salvo, ottenuta per una manciata di voti.
Ventidue, per la precisione, rispetto al più vicino sfidante, Massimiliano Lo Biondo. Il favorito, quest’ultimo, per la corsa a sindaco di Monreale, considerato il fatto che a sostenere la sua corsa verso la poltrona di primo cittadino era l’area dei renziani nel Pd, rappresentati da Davide Faraone e Fabrizio Ferrandelli, da quella che fa capo al governatore Rosario Crocetta e da quella riferibile al segretario regionale Giuseppe Lupo. Una “cordata” che è riuscita a far giungere a Lo Biondo 767 voti. Non sufficienti, come detto, visto che Vittorio Di Salvo, sostenuto dall’area del Pd che fa capo ad Antonello Cracolici, da Toti Zuccaro (che si considera vicino all’area del segretario Lupo, area che nell’occasione si sarebbe “spaccata” tra i due candidati più votati) alla fine, ne ha totalizzati 789. Più distante, Salvatore Leto, appoggiato da Tonino russo, fermo a 508.
“Sono rimasto sorpreso – ha commentato Di Salvo – dalla grande partecipazione della gente del Pd. Credo che, al di là del mio successo, in questo caso abbia vinto Monreale, abbiano vinto in monrealesi. I miei concittadini hanno decretato il successso di un’idea, quella delle primarie. Abbiamo coinvolto la città sui contenuti, più che sulle divisioni personali. Abbiamo proposto anche le soluzioni, visto il degrado e la situazione economica, come tutte le città del sud. Gli altri candidati – ha aggiunto Di Salvo – chiaramente Massimiliano (Lo Biundo, ndr) godeva di molti appoggi, ma dovuti soprattutti al suo impegno in città nel corso degli anni. Non sono stati gli apparati a influire, ma il confronto democratico, basato su un grande rispetto reciproco”.
Al di là dei numeri, però, per qualcuno il dato di Monreale, secondo Comune più grande in provincia di Palermo dopo Bagheria, potrebbe avere già un significato politico. Sconfitta, infatti, alla prima prova “ufficiale” l’alleanza renziani-Crocetta, rafforzata da una parte dell’area che fa capo al segretario. Uno schema che potrebbe ripetersi, a breve, anche se in una competizione molto diversa, in vista del congresso palermitano.