CATANIA – Giuseppe Castiglione, consigliere comunale di Grande Catania torna all’attacco: “Bisogna intitolare quanto prima lo stadio di Santa Maria Goretti a Benito Paolone”. Un nome che per alcuni è già nella storia. Dell’Msi catanese prima, e di An poi, sicuro. Ma anche di tutto il movimento rugbistico siciliano. Un sentire che supera anche la memoria di chi ha indossato la maglia bianco-rossa dell’Amatori Catania, la società da lui fondata e che nel 1963 ha esordito nel campionato di serie C, inziando una capitolo glorioso dello sport etneo.
Una vicenda con al centro, ovviamente, la palla ovale. Giuseppe Castiglione, che vanta nel curriculum anche una militanza sul campo dell’Amatori, la richiesta d’intitolazione l’aveva già presentata ufficialmente al sindaco nel mese di settembre. Un’iniziativa che torna oggi a pochi giorni della dedica della piscina Zurria alla memoria di Francesco Scuderi, presidente della Nuoto Catania tragicamente scomparso per un incidente avvenuto all’interno dello stesso plesso sportivo: “Una scelta giustissima, che condivido appieno con l’amministrazione. Il sindaco Bianco e l’assessore Scialfa devono pensare ora anche a chi ha dato una speranza a tantissimi giovani delle periferie catanesi. Se entro un mese non ci saranno risposte, lancerò una grande petizione popolare”.
In sostegno arriva anche la Federazione italiana Rugby. Salvo Pezzano, vicepresidente regionale, non ha dubbi: “Quella di Paolone è una figura importantissima per tutto lo sport siciliano. A lui dobbiamo una legge regionale che ha permesso alle società di élite di potersi esprimere ad altissimo livello”.
Dai banchi della maggioranza, scende in campo anche Massimo Tempio, consigliere oggi in quota ad Articolo 4. Un uomo cresciuto al fianco di Paolone. Un rapporto speciale, tanto che il fondatore dell’Amatori gli ha fatto addirittura da testimone di nozze. “Non voglio soffermarmi sul personale. Ma oltre alla politica, qui bisogna riconoscere i meriti dello sportivo. Lo stadio Cibali è giustamente dedicato a Massimino. Per gli stessi motivi il Goretti deve portare il nome di Paolone”. Intanto, però, le condizioni del Goretti, soprattutto del secondo campo, sono assai fatiscenti. Un dettaglio di non poco conto. “Certo è – conclude Tempio – che non possiamo inaugurare un campo di patate”.