E’ stata un’astensione di massa dal lavoro quella dei dipendenti dell’Amia Essemme che ha fatto ripiombare nuovamente Palermo in una situazione di assoluta emergenza rifiuti. Cassonetti sommersi da cumuli immondizia, strade invase da sacchetti abbandonati ad ogni angolo rendono ancora più spettrale uno scenario con cui palermitani hanno imparato, loro malgrato, a convivere da diversi mesi. “L’astensione dal lavoro ha sfiorato il cento per cento”, ha affermato il presidente dell’Amia Essemme Filippo Cucina.
La situazione, a dire il vero, era già precipitata lunedì notte a seguito dell’episodio di vera e propria guerriglia accaduto davanti al parcheggio dell’Amia. In quella occasione quattro autisti finirono in ospedale. I dipendenti dell’Amia Essemme denunciano, quindi, di “non poter lavorare in sicurezza”. Una motivazione che però non convince il cda dell’Amia che ha già inviato una lettera di diffida alla società controllata: “Abbiamo intimato di riprendere subito il servizio – dice la lettera a firma di Gaetano Lo Cicero – altrimenti rescinderemo il contratto”
Eppure, soltanto due sere fa azienda e sindacati di Essemme si erano seduti intorno ad un tavolo per cercare una intesa che distendesse il clima e non lasciasse immaginare i risvolti delle ultime ore: “Durante l’incontro sindacale non ho affatto percepito la possibilità di un’astensione in massa dal lavoro – dichiara Cucina – anzi pensavo si fosse deciso di far prevalere il buon senso. Per questo mi ero impegnato a far incontrare i sindacati con Diego Cammarata. Ma come posso chiederglielo adesso? Lancio un appello ai lavoratori: riprendete il servizio». Cucina intravede lo spettro di una astensione pilotata da chi ha interesse a mantenere elevato il clima di tensione: “Chiedo alle autorità di verificare se stia succedendo qualcosa. Io posso solo dire che i lavoratori che si sono assentati ingiustificatamente non saranno pagati per le giornate di astensione. Dopo quanto accaduto lunedì notte serve senso di responsabilità”.
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