PALERMO – È una costante delle indagini. Quando gli investigatori mettono il naso fra l strade della Kalsa e del Borgo Vecchio spunta sempre un Abbate. I poliziotti hanno arrestato Ottavio Abbate, personaggio di spicco della famiglia mafiosa di Porta Nuova, già arrestato e sottoposto alla sorveglianza speciale.
Di lui si parlò negli anni scorsi quando finì nei guai il nipote Antonino, figlio di suo fratello, Luigi, che tutti al Borgo e alla Kalsa chiamano “Gino u Mitra”. Un appellativo che gli deriva dalla sua dimestichezza con le armi. Luigi Abbate è in carcere per mafia. Così come il figlio che del Borgo Vecchio è stato il reggente. Di recente su Antonino Abbate si è abbattuta la pesantissima accusa di avere partecipato all’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà.
Il pentito Francesco Chiarello ha detto che Antonio Abbate era appostato sotto lo studio del penalista in via Nicolò Turrisi. Quando lo vide disse “iddu è”, dando il via al pestaggio che sarebbe risultato mortale. Un altro aspirante collaboratore, Antonino Siragusa, contraddicendo Chiarello, sostiene addirittura che fu Abbate a colpire con un bastone il povero Fragalà.
Nei guai giudiziari sono finiti negli anni cugini e nipoti di una famiglia fin troppo nota alle forze dell’ordine. Non solo mafia, ma anche rapine e spaccio di droga. Ora si scopre che Ottavio Abbate, come dicono gli investigatori, aveva creato alla Kalsa una “struttura militarmente organizzata” per gestire lo spaccio di droga.
Agli Abbate, che per anni hanno avuto un chiosco di bibite, poi abbattuto, come avamposto alla Kalsa, bisogna portare rispetto. Lo sapeva bene Antonino Augello, arrestato oggi con l’accusa di essere stato il braccio destro di Ottavio Abbate. Non solo affari illeciti. Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa, Augello “ha curato, con non comune servilismo, anche le necessità personali e familiari di Abnate, dal giornale la mattina, al pane la sera”.