"Abbiamo salvato Catania | Ma esistono delle criticità" - Live Sicilia

“Abbiamo salvato Catania | Ma esistono delle criticità”

Il Comune di Catania e l'indagine della Corte dei conti. Dopo il documento pubblicato da Livesicilia, la replica: "Abbiamo salvato la città, ma i problemi ci sono". (nella foto il sindaco Stancanelli)

Il Comune e la Corte dei conti
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Sarebbe un’attività “routinaria” secondo il ragioniere generale Giorgio Santonocito e l’assessore al bilancio Roberto Bonaccorsi, l’indagine aperta dalla Corte dei conti sul comune di Catania accusato di aver fornito “informazioni incongruenti” sugli elementi più delicati del bilancio. Attività “routinaria” ma, soprattutto, tenuta nascosta anche al consiglio comunale sino a quando ieri Livesicilia ha svelato in esclusiva  i contenuti del documento risalente al 7 giugno.
Al centro delle tre paginette firmate dal magistrato istruttore della sezione Controllo, Giuseppa Cernigliaro, ci sono le “incongruenze” che sarebbero emerse “dall’analisi della corposa documentazione pervenuta nonché dall’analisi dei dati trasmessi dall’organo di revisione di codesto Comune della relazione al rendiconto 2010”. Sott’accusa, oltre ai dati del conto economico, c’è anche la sezione relativa alle partecipazioni dell’Ente.

Il Comune ammette: “criticità ancora irrisolte”
“L’amministrazione Stancanelli ha già risposto “sette volte -sottolineano Bonaccorsi e Santonocito- alla Corte dei Conti, in occasione dei Bilanci di previsione 2008, 2009, 2010 e dei Rendiconti Finanziari 2007, 2008, 2009 e 2010”. Nella nota diffusa dal Comune è contenuto un vero e proprio colpo di scena: l’ammissione dell’esistenza di “criticità ancora irrisolte” che sono state rilevate anche dalla Corte dei Conti. Bonaccorsi e Santonocito evidenziano l’esistenza di “ingenti residui attivi, cioè crediti, e passivi (debiti), ancora in bilancio”, però al contempo rivendicano di aver “eliminato dal Bilancio oltre 419,5 milioni di euro di residui attivi, pari all’11% del totale, e 282.5 milioni di euro di residui passivi, in linea con le indicazioni della Corte”. Si tratterebbe di valori “ben superiori alla media nazionale -aggiungono Bonaccorsi e Santonocito- che è del 6% per i residui attivi e del 6.20% sui residui passivi”.

L’amministrazione Stancanelli conferma l’esistenza di “ingenti debiti fuori bilancio” che però sarebbero stati “ereditati dalle precedenti amministrazioni”. L’assessore al bilancio e il ragioniere generale sottolineano che l’amministrazione “ha censito al momento dell’insediamento debiti fuori bilancio per oltre 62 milioni di euro, poi diventati 91, tutti relativi alle amministrazioni precedenti, non essendosi aggiunto un solo debito nel periodo di gestione di questa amministrazione”. Tutti i debiti trovati sono stati “finanziati e in alcuni casi sono in corso piani di rateizzazione con i creditori”.

Confermata anche l’esistenza di una “difficile situazione di cassa”, rispetto alla quale, l’amministrazione Stancanelli, avrebbe trovato “al momento dell’insediamento un indebitamento di oltre € 1 miliardo ed un anticipazione di Tesoreria (il prestito che la banca concede all’Ente entro i limiti di legge), già interamente utilizzata”. La situazione sarebbe “migliorata”, secondo la ricostruzione di Bonaccorsi e Santonocito, “col trasferimento straordinario di 140 milioni di euro nel 2008. Si deve anche tenere conto -si legge nella nota- che nel corso dell’ultimo triennio l’Ente ha subito una decurtazione dei trasferimenti nazionali di oltre 125 milioni di euro, che si traduce in una immediata riduzione delle disponibilità di cassa: detta riduzione, in base alla manovra Monti, sarà compensata con i tributi dell’Ente, in primo luogo l’IMU e con la lotta all’evasione che ha portato nel triennio appena trascorso lusinghieri risultati con oltre 124 milioni di euro di evasione accertata e un incasso di quasi il 60 per cento”.

La conclusione
Il ragioniere generale Santonocito e l’assessore al Bilancio Bonaccorsi concludono evidenziando che “le misure compensative ai tagli nei trasferimenti statali e regionali non consentono un recupero immediato del deficit di cassa creato dalla riduzione dei trasferimenti che aggravano la situazione finanziaria di un Ente che ha dovuto fronteggiare un enorme indebitamento passato”.

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