"Abolire subito le Province" - Live Sicilia

“Abolire subito le Province”

L'Api a Raffaele Lombardo
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“Il Governo Nazionale ha gettato la maschera ed ancora una volta,dimostrandosi a trazione Lega Nord, penalizza le regioni meridionali ed in particolare quelle a statuto speciale come la nostra che si vedranno cancellati trasferimenti nell’ordine del miliardo di euro per i prossimi due anni”. Lo ha detto il coordinatore regionale siciliano dell’Api, Salvatore Cammilleri.

“Occorre quindi che il Governatore Lombardo insedi un ‘gabinetto di crisi’ per far sì che il Governo regionale affronti subito questa iattura ed operi per superare l’emergenza che attraversa la Sicilia – prosegue -. A nostro parere occorre cominciare con la madre di tutte le riforme ovvero abolire tutte le Province ma non per un rigurgito di anti-politica bensì perchè si riducono notevolmente i costi della politica e si eliminano Enti ‘mediatori’ inutili.Per far questo occorre avere le idee chiare su come gestire la fase successiva che non può che essere quella di dar vita intanto alle tre aree metropolitane (Palermo,Catania e Messina) ed ai liberi consorzi di comuni peraltro soluzione già sperimentata positivamente proprio nella nostra Isola”.

E conclude: “E’ utile porre mano subito all’abolizione delle provincie intanto per dare un segnale al Governo nazionale indicando che dalla Sicilia parte la vera via alle riforme oltre che bisogna farlo subito per intercettare ed utilizzare i fondi comunitari ed i Fondi Fas. Alleanza per l’Italia-Sicilia ritiene che il Governatore convochi subito un vertice delle forze del terzo Polo per affrontare subito il tema dell’abolizione delle Province che non può essere semplicemente discusso nel chiuso di una ‘Giunta tecnica regionale. Questo è il primo terreno di confronto per le riforme sul quale le forze politiche del Terzo Polo devono dimostrare di avere un comune sentire. Così come è urgente ragionare sulla revisione della legge elettorale che con lo sbarramento al 5% impedisce una vera rappresentanza sia all’Ars che nei consessi civici”.


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