CATANIA – L’Associazione Nazionale Magistrati prende una netta posizione sulla possibile candidatura del giudice Marisa Acagnino a sindaco di Catania. “Abbiamo ricevuto una lettera del magistrato – racconta a LiveSiciliaCatania Pasquale Pacifico, presidente dell’Anm – dove rassegnava le dimissioni dall’Associazione in quanto sta valutando se accettare di candidarsi o meno per le prossime elezioni amministrative e questo non attiene a quanto disposto dall’articolo 8 del codice etico dell’Anm”. L’associazione Nazionale Magistrati ha una posizione precisa in materia: il codice infatti ritiene “inopportuno che un magistrato si candidi per competizioni elettorali nel territorio in cui ha esercitato e continui ad esercitare la propria attività giurisdizionale”.
La missiva del giudice Acagnino è stata oggetto di una seduta della Giunta che ha preso “atto all’unanimità” della decisione e ha fatto precise osservazioni su questa scelta ritenuta “assolutamente inopportuna”. Una posizione netta appoggiata dalla maggioranza dei componenti: 3 sono stati i voti contrari. Nel verbale del 12 febbraio è scritto: “La Giunta a maggioranza (con il voto contrario dei colleghi Ragazzi, Dagnino e Cantone) osserva, che, pur non esistendo allo stato una previsione normativa che vieti al magistrato di candidarsi alle elezioni amministrative o di assumere incarichi negli enti pubblici locali delle circoscrizioni in cui opera, in linea con le previsioni del codice etico e della risoluzione votata dal c.d.c della ANM in data 6 marzo 2010, appaia comunque inopportuno che un magistrato si candidi per competizioni elettorali nel territorio in cui ha esercitato e continui ad esercitare la propria attività giurisdizionale. I colleghi Dagnino, Ragazzi e Cantone, in parziale difformità con l’orientamento appena espresso, ritengono che, in ossequio a un più equilibrato bilanciamento tra il diritto costituzionale di elettorato passivo ed il rispetto dell’indipendenza della magistratura, il magistrato possa candidarsi nel territorio in cui ha esercitato la giurisdizione purché osservi uno stacco temporale tra l’esercizio della giurisdizione e l’attività politica”.
Il presidente Pasquale Pacifico non nasconde il suo pensiero personale che combacia con l’orientamento dell’Associazione: “Io sono contrario a che un magistrato si candidi nel distretto dove esercita o dove ha esercitato le sue funzioni giurisdizionali”.
Il Giudice Acagnino si è dimessa dall’Anm ma ancora non ha chiesto l’aspettativa: in questo momento – ha comunicato alla giunta attraverso la lettera – è in ferie. Per essere eleggibile Marisa Acagnino deve entrare in aspettativa non retribuita (come stabilisce la legge) prima del giorno di deposizione delle liste e da quel momento può iniziare la sua campagna elettorale. “Ma è anche vero – sottolinea Pacifico – che se prima di quella data inizia a rilasciare interviste e partecipa a incontri di chiara impronta elettorale, sta comunque svolgendo attività politica nel pieno delle sue funzioni giurisdizionali, e questo a mio modesto parere andrebbe evitato”.