Accoglienza e scuola, la polemica | "Ma il bersaglio era Orlando" - Live Sicilia

Accoglienza e scuola, la polemica | “Ma il bersaglio era Orlando”

L'iniziativa e le polemiche. Parla il dirigente scolastico.

PALERMO – La scorsa settimana, all’Istituto comprensivo ‘Antonio Ugo’ di via Arculeo, tra i quartieri Zisa e Noce, è andata in scena una festa dell’accoglienza dedicata ai migranti, con l’invito a un gruppo di rifugiati. Un evento già collaudato, che la scuola organizza da più di dieci anni, volta a sensibilizzare i più piccoli sul tema e che ha visto protagonisti alcuni esempi di progetti di vita realizzati. Stavolta però, la festa è finita nell’occhio di un ciclone social e mediatico, con molte polemiche dai toni accesi, alcuni al limite dell’insulto.

Riccardo Ganazzoli, preside dell’Antonio Ugo, si dice ancora incredulo: “Leggere i nostri nomi ribaditi come se fosse un invito al linciaggio mediatico… Accusandoci di parassitismo, di lavaggio del cervello, secondo me hanno commesso un errore nei confronti delle istituzioni e della Costituzione”. Parole dure, che Ganazzoli ritiene “un dovere di fronte a tale volgarità. Io difenderò l’Antonio Ugo da ogni strumentalizzazione”.

La convinzione del preside, infatti, è che gli attacchi all’iniziativa siano partiti dalla politica. L’obbiettivo sarebbe quello di colpire il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e la sua apertura all’integrazione dei migranti in aperta polemica col ministro degli Interni, Matteo Salvini: “È capitato a me e poteva capitare a chiunque – dice – perché è chiaro che il bersaglio fosse Orlando. Contrapporremo la nostra serietà alla loro violenta e chiassosa arroganza. La comunità è serenissima”.

A rafforzare la propria tesi, Ganazzoli racconta alcune tra le dinamiche che hanno portato alla polemica: “La cosa è nata da una richiesta di intervista del giornalista Francesco Borgonovo (de ‘La Verità’, ndr), che mi ha cercato insistentemente e che, alla fine di quella lunga giornata, io ho contattato. In oltre dieci anni di feste dell’accoglienza all’’Antonio Ugo’ non è mai successo nulla, quindi ho raccontato sicuro fino all’ultimo che stesse facendo un articolo pro accoglienza, valore costituzionale. Poi invece scopriamo tutto questo, in maniera assolutamente inaspettata…”.

Dello stesso avviso è la vicepreside Marilena Salemi, referente e organizzatrice del progetto educazione alla legalità: “I percorsi di accoglienza e integrazione prescindono dagli stranieri – spiega – dato che si tratta di far integrare bene l’alunno nella comunità scolastica. Punto. Poi abbiamo allargato il campo, ma ci sembrava doveroso e per nulla strumentale”. Perché, allora, si è letto di un ‘Lavaggio del cervello’? “Credo che quello che vuol intendere ‘La Verità’ sia legato banalmente al programma dell’evento che abbiamo postato su Facebook – dice Salemi –. Hanno incentrato l’articolo sul fatto che, secondo loro, abbiamo strumentalizzato l’aspetto dei migranti per indottrinare i ragazzi. Ma l’autore non c’era e non sa che io stessa ho fatto un discorso su quanto sia necessario avere un progetto di vita. Il concetto era che i migranti che abbiamo invitato avevano quello di studiare, ma ognuno può scegliere il proprio purché ne abbia uno. Ma lui, non essendo presente, ha fatto il tipico errore di chi non sa e di chi non vuole vedere”.

La scuola ‘Antonio Ugo’ è un avamposto della legalità in un territorio difficile. La dirigenza scolastica è convinta che, in un’atmosfera così tesa e complicata, il razzismo non trovi spazio: “I ragazzi non percepiscono lo straniero come tale – spiega Salemi –. Lo scrittore Tahar Ben Jelloun spiega che il razzismo è paura di ciò che è diverso da noi. Tant’è vero che il signor Salvini si è spaventato perché noi siamo diversi da lui. Ci occupiamo di inclusione da tredici anni, festa compresa, ed è significativo che se ne parli proprio oggi, proprio quest’anno”.

Tredici anni di iniziative a favore di integrazione e promozione della diversità, ma mai una concreta attenzione mediatica. Fino a oggi. “Nella nostra storia abbiamo fatto cose ben più ‘complicate’ – racconta Salemi – ma nessuno se n’è mai interessato. Quando eravamo un Ctp, Centro territoriale permanente, siamo stati la prima scuola ad avere tre classi di minori stranieri non accompagnati. Mai interessato a nessuno”. La comunità che gravita intorno all’Antonio Ugo non sembra scalfita dagli attacchi, e non cambierà atteggiamento nei confronti delle iniziative promosse dall’istituto. “Le famiglie, quelle che si sono espresse, sono assolutamente con noi – spiegano i dirigenti –. Lo stesso vale per i docenti, nuovi e vecchi. C’è solidarietà da parte di tutti, e continuiamo per la nostra strada come abbiamo fatto sempre. Ormai ce l’abbiamo nel sangue”.


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