PALERMO – ”Trovo stucchevole il dibattito sulla costituzionalità della legge sull’acqua pubblica. Anche perché il problema, semmai, potrebbe porsi sull’interpretazione di qualche comma. Voglio ricordare che le dichiarazioni di anticostituzionalità in Italia le fa solo la Corte Costituzionale, non i governi, né i deputati o gli assessori”. Lo dice il presidente della Regione Rosario Crocetta, dopo gli allarmi lanciati dal suo assessore Vania Contrafatto, espressione dei renziani.
”Lo scontro di oggi – continua – sulla gestione dell’acqua non è un dibattito meramente costituzionale, ma segna il confronto tra due visoni totalmente diverse. Da una parte coloro che pensano di potere gestire un diritto fondamentale dell’uomo in termini privatistici, subordinando tale diritto agli interessi delle società nazionali dell’acqua e delle multinazionali, e coloro che invece sostengono che tale gestione, in un quadro di economicità, debba garantire i diritti dei cittadini, soprattutto i più deboli, come recita tra l’altro il secondo comma articolo 3 della Costituzione. Nessuno si erga a giudice costituzionale, poichè le auto-proclamazioni sicuramente sono prive di effetto. L’acqua è un diritto fondamentale dell’uomo e per chi è credente, un grande dono di Dio, che va garantito a tutti. Oggi i cittadini hanno persino il diritto al minimo garantito di energia elettrica quando sono morosi, tale diritto non viene garantito ai più poveri in materia di risorse idriche. Il Parlamento siciliano ha aperto una grande sfida, collegandosi con l’attuale disegno di legge in aula, con le grandi correnti umanitarie di pensiero a livello internazionale”. ”Trovo – conclude – questa una grande affermazione di dignità e di autonomia della politica siciliana. Le dichiarazioni singole vanno considerate pertanto espressioni di opinioni personali. La linea del governo, e non può essere altrimenti, è quella del programma consegnato ai cittadini e protocollato presso la segreteria generale del Comune di Tusa, il 29 settembre del 2012. Indietro non si torna”.
“Abbiamo trovato un’intesa per smussare i profili di incostituzionalità e rendere la riforma dell’acqua il più possibile conforme alla legge nazionale. C’è una intesa con l’aula in questo senso”. Lo ha detto Vania Contrafatto, assessore regionale all’Energia, incontrando i giornalisti a Palazzo dei Normanni a margine della seduta d’aula durante la quale riprenderà l’esame del ddl sulla ripubblicizzazione dell’acqua. “Interverremo sul numero degli Ato, che sarà indicato dalla legge, e sul modello di gestione: le Autorità d’ambito – ha aggiunto – a livello locale, individueranno in base agli interessi della collettività e alla gestione economicamente più vantaggiosa, quale modello scegliere fra gestione pubblica, mista o attraverso l’affidamento ad un soggetto privato. Saranno le assemblee delle Autorità d’ambito a decidere”.
Crocetta e la Contrafatto siedono accanto nei banchi del governo mentre è in corso la seduta di Sala d’Ercole che sta continuando ad affrontare la riforma.
Dopo più di due ore e mezzo di dibattito d’aula, l’Ars ha approvato il primo articolo del disegno di legge sulla ripubblicizzazione dell’acqua: l’articolo sancisce le finalità e i principi della legge, ad iniziare dalla definizione dell’acqua come “bene pubblico non assoggettabile a finalità lucrative”. L’articolo 1 stabilisce, fra l’altro, l’avvio della “progressiva definizione di un sistema tariffario tendenzialmente unitario”. Il dibattito è ripreso intorno le ore 20 con l’esame dell’articolo 2.