Acquicella, il Comitato chiederà |di costituirsi parte civile - Live Sicilia

Acquicella, il Comitato chiederà |di costituirsi parte civile

Giovedì inoltre si svolgerà un presidio davanti al Tribunale promosso dal Comitato Porto del Sole e Catania libera dalle mafie.

Torrente deviato
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CATANIA – Aspetteranno fuori dal palazzo di Giustizia la decisione del Gup Fabio Di Giacomo Barbagallo sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura per tecnici e professionisti responsabili della progettazione della nuova darsena commerciale. Il Comitato Porto del Sole e Catania Libera dalla mafie ha organizzato, infatti, il giorno dell’udienza preliminare un presidio democratico e popolare per la rinasciata del porto di Catania. Gli imputati, che hanno sempre respinto le contestastazioni, sono Franco Persio Boschetto, Giuseppe Marfoli e Cristina Maria Pedri, Riccardo Acernese e Pietro Viviano. Le ipotesi di reato sono di falso e violazioni delle norme in materia ambientale. Le indagini – scattate dopo l’esposto di alcune associazioni – hanno riguardato la paventata omissione nello studio di impatto ambientale della presenza del corso del fiume Acquicella a ridosso della struttura da realizzare.

Il Comitato Porto del Sole ha deciso di diventare protagonista nel processo: chiederà infatti di essere ammesso come parte civile nel procedimento. Nel corso dell’udienza preliminare il legale del Comitato Porto del Sole, l’avvocato Goffredo D’Antona, depositerà l’istanza di costituzione di parte civile davanti al Gup.

I due comitati promotori del presidio di giovedì mattina invitano i cittadini a non mancare all’appuntamento di piazza Verga. La nuova “darsena” è bollata come “abusiva”: una struttura – si legge nella nota – “strapagata da tutti noi ben 100 milioni”.

Per i rappresentanti dei due comitati l’amministrazione comunale e la politica in generale si sarebbero disinteressati delle vicende legate al porto di Catania. E avrebbero invece attuato azioni di forza su altri casi, arrivando anche a rivolgersi all’autorità giudiziaria. “Il Tar ha bocciato in tempo il mega progetto Alcalà di cementificare il lungomare a Nord con botteghe e relative strutture di cui Catania non ha alcun bisogno oggi e nel futuro, mentre il Comune continua il suo inaccettabile silenzio-assenso sulla cementificazione a Sud, con una darsena portuale abusiva che ha devastato non solo la Plaia e il turismo balneare, ma anche il futuro dei quartieri che partono dal Duomo ed arrivano al Faro Biscari”.


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