Addio alla casa di riposo - Live Sicilia

Addio alla casa di riposo

Lo sfratto dei vecchietti ex onpi
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È stato il giorno dell’addio, ieri, per gli ultimi anziani ospitati nella struttura dell’ex onpi, la casa di riposo di proprietà comunale. Gli anziani sono stati “sfrattati” e dislocati in altre strutture, col conseguente disagio psicologico che un cambiamento, in questi casi, può comportare. Eppure qualcuno c’era, tra i rappresentanti delle istituzioni: Antonella Monastra era lì, ha assistito al triste rito dei saluti, ha assistito alla chiusura dell’ennesima struttura comunale per la quale non erano disponibili i fondi per la ristrutturazione. Monastra racconta il disagio di quelle ultime ore, le lacrime degli anziani, gli sforzi degli assistenti sociali. “Il fragilissimo equilibrio di coloro che vivevano in quella struttura ormai da molti anni – racconta la consigliera comunale – è stato sottoposto, da un anno a questa parte, a continue e reiterate pressioni psicologiche che hanno raggiunto il culmine in questi giorni con il massiccio intervento dei Servizi Sociali. Nel pieno rispetto della professionalità degli assistenti sociali, che hanno agito con tutte le attenzioni del caso, resta il dato oggettivo che convinti o meno, certamente provati emotivamente come testimoniato dalle lacrime di molti, i vecchietti sono dovuti andar via dal loro mondo, piegati ad una volontà più grande di loro, quella di un’amministrazione che non li curati e rispettati in passato come non li cura e li rispetta oggi”.

Monastra parla di “disamministrazione coniugata agli appetiti destati dall’ampia struttura, un tempo riferimento del quartiere anche con la sua chiesa e il suo teatro. Si sarebbe potuto provare a realizzare una gestione “in house”; si sarebbe potuto provare a ripristinare l’altra ala dell’edificio, ampliando le possibilità di accoglienza, magari diversificandole: si pensi ai migranti, ai richiedenti asilo, alle donne in difficoltà, ai senza casa. E invece scientemente si è lasciato che tutto andasse in malora, affermando che il Comune non aveva i fondi per ristrutturare, che non aveva il personale qualificato da impiegare e tutte le altre fandonie utili solo a coprire la vera realtà che è, ancora una volta, quella di consentire investimenti ai privati senza un ritorno per i cittadini, o, ipotesi peggiore, lasciare che tempo e vandali completino la distruzione: la storia di Palermo è ricca di esempi”.


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