Siracusa saluta il calcio che conta, adesso è ufficiale. Nessun emissario azzurro si è infatti presentato oggi, entro le ore 13, presso gli uffici romani della Covisoc per presentare la fideiussione da 600 mila euro, utile a regolarizzare l’iscrizione del sodalizio di via Montegrappa al prossimo campionato di Prima Divisione Lega Pro.
Il presidente aretuseo Luigi Salvoldi, ultimo ad aver mollato la presa insieme al vice Marco Mauceri ed al consigliere Giuliano, nella serata di ieri ha ammesso il suo personale disappunto: “Le cifre necessarie per ottenere la fideiussione non sono state recuperate .– ha dichiarato l’ormai ex patron del Siracusa –. Noi siamo i responsabili di tutto questo, sarebbe stato infatti compito nostro garantire tali somme. Purtroppo con il passare del tempo è divenuto un impegno troppo oneroso. I debiti potevano essere saldati con i crediti e, allo stesso tempo, potevamo contare su un parco giocatori di valore, però immobilizzato. Ho la morte nel cuore. Chi avrebbe potuto fare qualcosa, e non l’ha fatto, dovrebbe vergognarsi”.
A chi dare dunque le colpe per questa debaclè del calcio siciliano? Sicuramente, come affermato dallo stesso Salvoldi, un buon 60 per cento va addebitato alla dirigenza, troppo statica nel cercare acquirenti validi nei mesi precedenti non assicurando una soluzione ‘paracadute’, mentre il restante quaranta per cento va diviso, in egual misura, fra la cittadinanza, la politica, l’imprenditoria locale ed una parte della tifoseria, rimasta indifferente alle vicende sportive della propria squadra anche quando gli azzurri navigavano nelle zone nobili della classifica. Tale mix d’indifferenza e cattiva programmazione conduce pertanto all’attuale esclusione.
Esclusione, appunto, non fallimento. Il titolo del Siracusa, nonostante dal 19 luglio il consiglio federale dichiarerà non iscrivibile la società alla Lega Pro e al contempo svincolerà tutti gli atleti azzurri, rimarrà in vendita per chiunque voglia ripartire dalla serie D. Secondo il ds Antonello Laneri una soluzione di questo tipo non è per nulla percorribile: “Per iscrivere la squadra in D occorrono 350 mila euro. – ha dichiarato il dirigente –. Che senso avrebbe? Tanto vale iscriversi in Terza Categoria salvando il settore giovanile. A mio avviso è inconcepibile non essere riusciti a trovare le garanzie per una fideiussione da 600 mila euro”.
Intanto, in serata, è arrivata anche la sentenza del presidente della Lega Pro Mario Macalli che ha descritto la situazione alla luce della scadenza di oggi dei termini per presentare il ricorso per le società, la cui iscrizione non era stata ratificata dal Consiglio di Lega il 3 luglio scorso. “Foggia e Siracusa in Prima Divisione e Spal in Seconda, non hanno presentato nessun ricorso e pertanto sono fuori dai rispettivi campionati – ha detto Macalli -“. Questi tre club si vanno ad aggiungere a Pergocrema, Taranto, Giulianova, Piacenza e Triestina, che erano già state escluse il 3 luglio. Ad oggi gli organici sono di 32 società in Prima Divisione e 37 in Seconda. Il Consiglio Federale del 19 luglio vaglierà le posizioni di queste 69 società dopo le risultanze della Co.vi.soc. Sempre il 19 luglio dopo il Consiglio Federale a Roma si riunirà il Consiglio di Lega Pro che in base alle società ammesse al campionato formulerà i gironi. “Confermo comunque – conclude Macalli -, che avremo la Lega Pro suddivisa in Prima e Seconda Divisione”.