Una lunga scia di illeciti e favori| Scandalo Gesap: 15 indagati - Live Sicilia

Una lunga scia di illeciti e favori| Scandalo Gesap: 15 indagati

L'ex direttore generale della Gesap Carmelo Scelta, finito ai domiciliari

Coinvolte altre pedine del vecchio management dell'aeroporto palermitano, imprenditori e professionisti. L'azienda si costituirà parte civile.

PALERMO – L’inchiesta sui progetti all’aeroporto di Palermo è molto più ampia. Gli indagati sono quindici. Avrebbero contribuito, ciascuno con il proprio ruolo, o approfittato del sistema che consentiva di assegnare incarichi e consulenze in maniera diretta. Senza cioè bandire una gara pubblica. La parola d’ordine era “parcellizzare”. La legge prevede che se un progetto supera i 211 mila euro per affidarlo bisogna bandire una gara pubblica. Al di sotto di questa cifra può procedere con una trattativa negoziata, raccogliendo più offerte in modo da potere scegliere la più conveniente. Oppure, sotto la soglia dei 40 mila euro, si può procedere con un affidamento diretto.

È per questo che un unico progetto, dicono gli agenti della sezione Anticorruzione della squadra mobile, sarebbe stato spezzettato all’infinito. Basti pensare che quello per l’ammodernamento della hall arrivi è stato parcellizzato in 117 micro progetti per un costo complessivo di 11 milioni di euro. Quando il nuovo management di Gesap decise di azzerare tutto e ripartire da zero affidò il progetto ad un’unica società che presentò una fattura di appena 188 mila euro. 

Ecco l’elenco degli indagati: Carmelo Scelta, Giuseppe Listro, Vincenzo Petrigni. Leonida Giannobile, Dario Colombo, Stefano Flammini, Carlo Maria Sadich, Giampaolo Tocchio, Renato Chiavaroli, Giuseppe Giambanco, Sergio Gaudiano, Alessandro Mauro, Carlo Vernetti, Filippo Capuano.

I personaggi principali sono quattro e a loro viene contestata anche l’associazione a delinquere: l’ex direttore generale di Gesap, Scelta; l’imprenditore romano Flammini, amministratore di fatto di Compagnia del Progetto – Cdp e Cdp Designe, controllate dalla holding Fg Tecnolpolio di cui è amministratore unico; Listro e Giannobile, responsabili delle aree Manutenzione e Progettazione di Gesap. Il primo è andato via quando si seppe dello scandalo Helg e adesso lavora alla società che gestisce gli aeroporto romani di Fiumicino e Ciampino mentre il secondo nel frattempo è andato in pensione. Ecco perché nel caso di Giannobile non sono state riscontrate le esigenze cautelari. Sotto inchiesta anche Dario Colombo, ex amministratore delegato di Gesap, per concorso in turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e un altro ex dirigente della società che gestisce lo scalo di Punta Raisi. Si tratta di Vincenzo Petrigni che era responsabile degli Affari generali e legali.

A Scelta, Colombo Flammini, Listro Giannobile, Tocchio e Sadich (questi ultimi due sono gli amministratori della Cdp) viene contestata la gestione della progettazione del restyling dell’aeroporto. Scelta, Colombo, Chiavaroli (amministratore della Tecnogeco) e l’ingegnere Gaudiano avrebbero frazionato la progettazione affinché non venisse superata la soglia economica che li avrebbe obbligati a bandire una gara d’appalto. Pilotata sarebbe stata anche la gara per aggiudicare il servizio di parcheggio autolavaggio. Come? Predisponendo un bando su misura per Vernetti e Mauro, amministratore delegato e dirigente della Quick No Problem Parking. Sospetti anche su due consulenze da 70 mila euro complessivi affidate alla Cometa srl, di cui Capuano viene indicato come amministratore di fatto, all’indomani dell’incidente che nel settembre 2010 vide un aereo Windjet uscire fuori pista. Altri 200 mila euro Gesap li diede a Capuano per la “sperimentazione di un dispositivo a decelerazione progressiva”.

Il professore Giambanco, docente alla facoltà di Ingegneria di Palermo, è accusato di truffa perché avrebbe ottenuto consulenze da Gesap “nascondendo” all’Università di esercitare la libera professione. Lo stratagemma adottato da Giambanco sarebbe stata quello di nominare l’anziana madre come socio di maggioranza della “Industrial and civil structures workshop srl” . Sotto inchiesta c’è anche Raimondo Giammanco, dirigente dell’Ediliza privata del Genio civile che avrebbe rivelato a un dipendente della società di Giambanco (che per questa ipotesi è indagato pure per concorso in corruzione) che i poliziotti erano andati nel suo ufficio a chiedere informazioni sul progetto per una villa a Terrasini che Listro si sarebbe fatto progettare da Giambanco a prezzi stracciati. “La società di progettazione di Giambanco – spiega il suo legale, l’avvocato Vincenzo Lo Re – è stata costituita dai suoi familiari nel pieno rispetto della legge Gelmini e il lavoro tecnico per Listro è stato effettuato da un suo collaboratore regolarmente retribuito”.

E intanto, la Gesap, in una nota in cui sottolinea di avere dato “la massima collaborazione agli investigatori sull’inchiesta in corso”, fa sapere anche che si costituirà parte civile nel processo “in quanto parte lesa” e chiederà il risarcimento dei danni subiti. 

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