PALERMO – Un magistrato massone. Che ha suggerito a una società come vincere un ricorso. L’accusa ha del clamoroso. E a lanciarla è Nicolò Marino, assessore all’Energia e sopratutto ex magistrato. Il teatro dell’incredibile scontro di poteri è l’Ato idrico di Siracusa, dove una società ha avanzato ricorso contro il commissariamento dell’Ambito territoriale deciso dalla Regione. Lì, a Siracusa, secondo Marino, il commissario Ferdinando Buceti era troppo scomodo. E un magistrato del Tar di Palermo, iscritto alla massoneria avrebbe suggerito alla società ricorrente il testo “vincente”. Quello che avrebbe avuto maggiori chance di essere accolto. E il ricorso, effettivamente, è stato accolto, bloccando i commissariamenti. E costringendo l’assessore a produrre una nuova direttiva.
“Sono stato costretto – racconta Marino – lo scorso 11 settembre a reiterare la direttiva concernente la nomina dei Commissari liquidatori degli Ato idrici in Sicilia, eliminati in pochi minuti da un intervento adottato da un magistrato del Tar di Palermo che in questa sede ometto di indicare. Il magistrato in questione, – prosegue Marnio – come riscontro dalla relazione redatta dai legali dell’amministrazione Ato idrico di Siracusa, risulta avere suggerito alla parte privata, la Società Sai 8 che gestisce il servizio idrico in quella provincia, il percorso giuridico da seguire al fine di bloccare l’operatività del Commissario dell’Ato idrico aretuseo. Così, – va avanti l’incredibile racconto dell’assessore – in pochi minuti, i difensori della citata società, a penna, hanno predisposto e immediatamente presentato il ricorso secondo le indicazioni ricevute dal giudice, ricorso naturalmente accolto”.
Una decisione, quella del Tar, spiega Marino, dagli effetti devastanti, visto che ha determinato “un vuoto totale nella gestione del Servizio idrico integrato in tutto il territorio siciliano”. Circa la condotta del magistrato – affonda Marino – saranno effettuate le dovute segnalazioni al Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa. Il magistrato in questione risulta iscritto (almeno sino al febbraio 2013) alla massoneria; pur potendo ciascun cittadino della Repubblica autodeterminarsi liberamente, ritengo da uomo delle istituzioni che un appartenente alla magistratura non possa prestare due giuramenti, uno per la Repubblica italiana altro per diverse entità. Giova ricordare – aggiunge Marino – che le vicende della Società SAI 8 si inseriscono in un complesso contesto giudiziario e amministrativo, caratterizzato da plurime segnalazioni effettuate dal Commissario liquidatore dell’Ato idrico di Siracusa, Ferdinando Buceti, presso svariate sedi giudiziarie”.
Denunce che avrebbero spinto, sempre secondo il racconto dell’assessore, la Sai 8 a trovare “un sistema” per allontanare quel commissario. “Di recente – spiega Marino – la Procura della repubblica di Siracusa ha già chiesto il rinvio a giudizio dei vertici della predetta società, penalmente responsabili, secondo le operate contestazioni, di gravissimi fatti di reato ambientali e di frode nelle pubbliche forniture, nell’ambito della gestione del servizio. Lo stesso Ufficio di Procura ed il citato commissario dell’ Ato hanno, inoltre, proposto istanza di fallimento della Società Sai 8, alla quale è stata ritirata la concessione”.
Il Cga inoltre, ricorda Marino, il 30 marzo del 2011 avava già “affermato che l’affidamento del servizio in favore di Sai 8 era in palese contrasto con l’interesse pubblico e, pertanto non doveva essere stipulata la relativa convenzione”. E non finisce qua. Marino denuncia anche una “posizione di favore” nei confronti della Sai, da parte della Banca Intesa San Paolo: “Il Commissario liquidatore dell’Ato idrico di Siracusa – attacca Marino – ha chiesto alla Banca Intesa San Paolo, garante della Società Sai 8, a fronte delle innumerevoli inadempienze contrattuali di quest’ultima, la restituzione della cauzione (polizza fideiussoria) pari a tre milioni di euro, richiesta correttamente formulata. La banca, con un comportamento inqualificabile sul piano dei rapporti bancari e qualificabile sul piano giuridico – conclude Marino – come palese inadempimento, sta reiteratamente omettendo di effettuare il pagamento”.
Questa la replica dell’azienda Sai8 s.p.a in merito alle dichiarazioni dell’assessore Marino:
“In merito alle dichiarazioni dell’assessore Nicolò Marino, apparse sulla testata giornalistica La Sicilia in data odierna, Sai8 vuole nuovamente ribadire quanto già precisato per l’articolo apparso sul sito web livesicilia.it e sull’edizione di Siracusa del Giornale di Sicilia del 14.9.2013.
Gli atti compiuti dall’assessore Marino e le prime pronunce giurisdizionali intervenute sugli stessi hanno qualificato, sino ad ieri, l’attuale titolare dell’assessorato dell’energia e servizi di pubblica utilità come autore di una serie di provvedimenti amministrativi viziati da gravi violazioni di legge, in danno, tra l’altro, della nostra società.
Le inqualificabili dichiarazioni diffuse a mezzo stampa il 13 ed il 14 settembre, ove ne fosse confermata la paternità, aggiungerebbero al quadro, già di per sé sconfortante, sinora emerso un sovrappiù di inammissibile arroganza e di insofferenza rispetto al controllo di legittimità esercitato dai Giudici amministrativi.
Ci rendiamo conto che il decreto presidenziale adottato dal TAR Sicilia lo scorso 5 settembre ha avuto l’effetto – sicuramente devastante per la credibilità dell’azione di governo dell’assessore, sinora sbandierata come pretesa azione di legalità – di rendere evidenti, sia pure ancora solo in sede cautelare, le numerose e patenti violazioni di norme costituzionali e di legge, che inficiano l’azione amministrativa sinora svolta.
Ci rendiamo anche conto che l’essere entrato a gamba tesa nella gestione del S.I.I., tramite gli atti del dott. Buceti e personalmente nel corso di una memorabile conferenza stampa a Siracusa, convocata al dichiarato fine di smascherare presunte illegalità di SAI8 (il cui accertamento non compete di certo all’assessore regionale), e l’essersi ritrovato – proprio nel momento in cui è in discussione la conferma del proprio incarico governativo – solo con l’accertamento di illegittimità proprie, può sortire un effetto destabilizzante.
Ci rendiamo conto, ancora, che la restaurazione di un quadro di piena legittimità amministrativa non potrà che coincidere con il pressoché completo azzeramento di un discutibile sistema di gestione del Servizio Idrico Integrato in Sicilia, messo in piedi dall’assessore Marino, in ostentato spregio alle norme di legge regolanti la materia.
Ma pur rendendoci conto di quanto sopra, non possiamo esimerci dal rilevare come la mistificante e distorta prospettazione offerta a mezzo stampa dall’assessore:
a) ignori il fatto che il ricorso, in relazione al quale il TAR Palermo ha interinalmente accolto la domanda cautelare avanzata da Sai8, era stato notificato e depositato, corredato da specifica domanda cautelare, quasi un mese prima della camera di consiglio del 5 settembre;
b) taccia sul fatto che, solo nell’approssimarsi della camera di consiglio, la difesa del Consorzio, all’unico plausibile fine di determinare un rinvio nella trattazione dell’istanza cautelare avanzata da Sai8, sollevava una strumentale ed infondata eccezione di incompetenza, in quanto tale poi respinta dal TAR;
c) trascuri di riferire come il decreto presidenziale rappresentasse, a quel punto, l’unico strumento processuale invocabile da parte di Sai8 per evitare che le già da tempo manifestate esigenze di tutela cautelare rimanessero del tutto disattese;
d) ometta di riferire che l’intero iter procedurale si è svolto nel contraddittorio tra le parti ed in particolare alla presenza della difesa del Consorzio ATO, in persona di idoneo sostituto processuale del procuratore costituito, la quale non ha ritenuto di nulla osservare od eccepire, salvo poi (a quanto risulterebbe dalle dichiarazioni dell’assessore Marino) prodursi in inattendibili ricostruzioni e relazioni, postume rispetto al negativo risultato professionale.
Pur nel turbamento determinato da episodi quale quello registrato, Sai8 conferma la propria piena fiducia nelle istituzioni, di cui si sente parte in quanto investita di un pubblico servizio, e segnatamente nell’operato della Magistratura, che – si confida – una volta ristabilita la verità dei fatti saprà decidere e valutare serenamente, al riparo da ogni forma di indebito condizionamento esterno e di velata intimidazione.
L’unico intento della Società rimane quello di poter fornire un servizio di qualità agli utenti della provincia di Siracusa con il proposito di continuare a migliorarlo e per cui continua a lavorare proficuamente. Difatti, la concessione è tutt’ora valida, almeno fino a pronunciamenti giudiziari contrari.
Sai8 ha già dato mandato ai suoi legali al fine di tutelare nelle sedi opportune sia i propri diritti che la propria immagine”.