PALERMO – C’è un aeroporto che si affitta in Sicilia. O almeno si cerca di affittare per evitarne la chiusura. È lo scalo di Comiso, gestito dalla Soaco, che ha pubblicato sul sito istituzionale un avviso pubblico per verificare chi è interessato a rilevare la gestione dello scalo. Si tratta di una manifestazione di interesse, con termine di scadenza il 10 luglio prossimo, per capire se e quanto lo scalo di Comiso è appetibile da parte di soggetti privati. L’affitto del ramo d’azienda, insomma, è solo un progetto. Una sorta di pre-bando per testare il mercato, scoprire se ci sono operatori interessati e capire anche quanto vale l’infrastruttura aeroportuale.
È l’ultima puntata della travagliata storia degli aeroporti siciliani. Dei piccoli aeroporti in particolare. Come appunto il “Pio La Torre” di Comiso. Che dal 2013 ha contribuito a dar vita alla stagione di grande lustro del turismo nel Sud Est. Ma che negli anni ha anche fatto perdere tanti soldi. E che al momento tra l’altro aspetta i soldi, qualche milione, stanziati dalla Regione per i Comuni (per investimenti di co-marketing) e non ancora arrivati. “Stiamo ricercando delle soluzioni, vogliamo salvare la società dalle difficoltà finanziarie in cui versa”, dice l’ad Giorgio Cappello.
La Soaco è una società partecipata al 65 per cento da Intersac e al 35 per cento dal Comune di Comiso. Intersac a sua volta fa capo per il 60 per cento alla Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Fontanarossa, e per il 40 per cento alla Ies, società del gruppo dell’editore Mario Ciancio. Intersac è in liquidazione volontaria con liquidatori nominati dal tribunale su richiesta della stesa società. Proprio la controllante Sac – che in settimana ha presentato un bilancio da record – potrebbe essere uno dei papabili a farsi avanti dopo il bando di Soaco. Che ha almeno un duplice obiettivo: scongiurare la chiusura dello scalo e salvaguardare i posti di lavoro (un centinaio più l’indotto). Di certo, la società di gestione dello scalo catanese – che fa capo per il 62 per cento alla Camera di commercio del Sud Est e per la restante parte a ex Province, Comune di Catania e Irsap – vuole che Comiso non si fermi, dopo avere investito grosse somme nello scalo del Ragusano. “Il cda di Sac ha avuto un indirizzo preciso e unanime da parte dei soci che è quello di salvare l’aeroporto di Comiso su cui si è fatto un investimento molto importante – ricorda l’ad di Sac Nico Torrisi -. E’ bene che questo non vada disperso purché nel rispetto della normativa prevista dalla legge Madia”. Il riferimento è alle norme che richiedono un piano di risanamento per l’aeroporto.
L’ad di Comiso Giorgio Cappello sottolinea come la società necessiterebbe di una ricapitalizzazione. “Da quando ci siamo insediati, nelle casse di Soaco non è pervenuto un solo euro dagli azionisti – dice a Livesicilia Cappello – Siamo sopravvissuti solo grazie a una rigorosa spending review”. Tra il dire e il fare ci sono di mezzo le vicende di Intersac in liquidazione. L’affitto del ramo d’azienda potrebbe portare una boccata d’ossigeno, visto che i milioni già stanziati dalla Regione per l’aeroporto serviranno comunque per un maxibando di marketing che incentivi le compagnie a volare su Comiso per i prossimi tre anni (il contratto con Ryanair scade in autunno), esattamente come si farà a breve per Birgi, altro scalo in sofferenza.
In fase di start up nelle casse dell’aeroporto c’erano 15 milioni di euro. Poi lo scalo cominciò a registrare delle perdite. Il grosso delle spese è stato imputabile ai costi di co-marketing per attrarre compagnie aeree. Si è andati avanti a tre milioni all’anno di perdite che hanno prosciugato in un lustro le disponibilità liquide della società. Il piano industriale del 2017 prevedeva un’immissione di liquidità, ricorda l’ad Cappello. Serviva però un piano di risanamento, che è stato predisposto dalla società di gestione all’inizio di quest’anno ma non è stato approvato dall’assemblea dei soci.
Sullo sfondo resta la prospettiva di una privatizzazione di Sac che chiaramente avrebbe effetti anche su Soaco e Comiso. Il percorso di privatizzazione della società di gestione dell’aeroporto di Catania è avviato. L’ad ha avuto mandato da assemblea e cda per incontrare potenziali advisor e investitori. Il tutto sarà fatto in evidenza pubblica.
Aspettando il futuro, la prossima scadenza è quella del 10 luglio quando scadrà questa sorta di pre-bando per raccogliere manifestazioni di interesse. Se Soaco a quel punto riterrà di procedere all’affitto dell’azienda indirà una selezione pubblica mediante una procedura aperta.
In tema di piccoli aeroporti, tra tante difficoltà sorride in questi giorni tanto Birgi perché questa settimana è stato emesso dall’assessorato regionale al Turismo il decreto di ripartizione delle somme stanziate per il 2020 con la legge di stabilità regionale, pari a 4,725 milioni di euro, che si sommano a quelle già stanziate per le finalità di cui alla legge regionale del 2016 di promozione del territorio afferente allo scalo Vincenzo Florio di Trapani Birgi, per un totale di oltre 17 milioni. Soddisfatta Airgest, la società di gestione dell’aeroporto di Trapani: “Valutiamo questo impegno della Regione siciliana come uno dei punti principali per il rilancio della futura programmazione turistica – ha commentato Paolo Angius, presidente del cda di Airgest al quotidiano online Economysicilia.it -. L’aeroporto nonostante il calo dei passeggeri, rispetto alla scorsa stagione, a fronte di una riduzione dei voli di Ryanair, ha acquisito un maggior numero di vettori”.
Tanto Birgi quanto Comiso potrebbero avere dei benefici se la battaglia avviata dalle istituzioni regionali sul tema dell’insularità andasse a buon fine. Mercoledì la IV commissione dell’Ars si è occupata appunto di continuità territoriale e insularità. L’audizione, voluta dalla presidente della commissione Ambiente, Giusi Savarino, su richiesta del vice presidente dell’Ars , Giancarlo Cancelleri, presente alla seduta, ha coinvolto il sottosegretario alle infrastrutture Dell’Orco. “I siciliani hanno il diritto di acquistare in qualsiasi momento i biglietti aerei per il resto del Paese ad un prezzo calmierato, agevolato e constante”, dichiara Savarino. E dalla riunione è emerso un impegno dell’esecutivo nazionale. Che si è impegnato a stanziare 31 milioni di euro per garantire ai residenti in Sicilia tratte aeree con biglietti scontati dagli scali di Comiso e Trapani verso le principali mete nazionali, da Roma a Milano. E’ il sogno della “continuità territoriale”, già operativa in Sardegna. Sarebbe una grande occasione per spingere i piccoli scali in difficoltà.