Agende rosse, pochi alla marcia: | "Siamo ormai vicini alla verità" - Live Sicilia

Agende rosse, pochi alla marcia: | “Siamo ormai vicini alla verità”

Il movimento di Salvatore Borsellino
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Salvatore Borsellino

Meno di un centinaio di persone partecipa al corteo organizzato, alla vigilia dell’anniversario della strage di via D’Amelio, dal ”Popolo delle Agende Rosse”, il movimento che fa capo a Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato insieme alla scorta 18 anni fa. La manifestazione, che parte da via D’Amelio per raggiungere il castello Utveggio, luogo che, secondo una tesi investigativa, avrebbe ospitato la sede del Sisde e da cui sarebbe partito l’ordine di far esplodere l’autobomba usata nella strage, è uno degli appuntamenti organizzati per commemorare la figura del giudice ucciso. I partecipanti marciano sollevando l’agenda rossa, in memoria del diario del giudice Paolo Borsellino, sparito dopo l’eccidio, diventato simbolo della verità negata sulla strage di via D’Amelio. Nell’agenda il giudice potrebbe avere appuntato, secondo gli inquirenti, idee e riflessioni importanti sulla strage di Capaci, in cui venne ucciso il giudice Giovanni Falcone, e sulla cosiddetta trattativa tra lo Stato e la mafia. E proprio per questo il diario, dopo l’esplosione di via D’Amelio, sarebbe stato fatto sparire.

”Siamo prossimi a una svolta nelle indagini sulla strage di via D’Amelio e ora, più che mai, dobbiamo stare attenti che le porte blindate che ancora ci separano dalla verità non ci vengano chiuse in faccia per l’ennesima volta”. Lo ha detto Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato a Palermo nel ’92, partecipando al corteo organizzato dal Movimento delle Agende Rosse alla vigilia dell’anniversario dell’attentato. ”In un momento così delicato – ha aggiunto – non c’è solo il rischio, ma la certezza che ci siano tentativi di depistaggio, alcuni anche istituzionali. Mi riferisco alla protezione negata al pentito Gaspare Spatuzza, che su via D’Amelio, con le sue dichiarazioni, ha aperto scenari inquietanti. Non a caso si è deciso di non ammetterlo al programma di protezione”. ”E dannosa – ha continuato – per le indagini, che tentano di fare chiarezza sui tanti misteri legati alla morte di mio fratello, sarebbe anche la legge sulle intercettazioni, un provvedimento iniquo da bocciare in toto”.


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