PALERMO – L’Agenzia dei beni Sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata chiuderà le sedi di Palermo, Napoli e Milano. Lo prevede il nuovo codice antimafia, entrato in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 4 novembre scorso. L’Agenzia manterrà solo le sedi di Roma e Reggio Calabria. “Lo stabilisce la nuova legge – spiega il prefetto Ennio Mario Sodano, nuovo direttore dell’Agenzia – Stiamo cercando di capire come riorganizzare il lavoro. Le sedi di Milano, Napoli e Palermo per ora continuano a lavorare, poi dovremo comprendere se mantenerle come presidii in un’altra forma”. Il codice antimafia stabilisce che “la sede principale è a Roma, la sede secondaria a Reggio Calabria ed è posta sotto la vigilanza del Ministro dell’interno”. La novità, di cui si è discusso nei mesi scorsi quando la razionalizzazione degli uffici era ancora un’ipotesi, ufficialmente non è stata ancora comunicata al personale dell’agenzia di Palermo. A luglio la prospettiva della chiusura aveva suscitato le critiche della Cgil che ne aveva fatto una questione non solo simbolica, visto che il maggior numero di sequestri e confische in Italia viene disposto proprio in Sicilia. “Noi andiamo avanti col lavoro – spiegano dalla sede palermitana – Ci faranno sapere da Roma che intenzioni hanno perché ancora non sappiamo nulla di ufficiale”.
“L’annunciata chiusura degli uffici di Palermo, Napoli e Milano dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati è un atto grave e inspiegabile che suona ancor più beffardo considerando che è stato deciso durante l’approvazione del codice antimafia. Ancor più grave e adombrata dalle motivazioni che possono averla determinata, è la decisione di creare una unica sede decentrata a Reggio Calabria. Non è necessario ricordare a tutti che Sicilia, Campania e Lombardia sono le regioni con il maggior numero di beni confiscati, ma al di là del mero dato statistico, credo che sia la storia della confisca dei beni e della loro gestione, in positivo e in negativo, a rendere necessario non dare alcun segnale di disimpegno da questi territori. In un momento in cui sarebbe necessario dare segnali chiari di potenziamento delle strutture preposte alla lotta alla mafia e alla confisca e gestione dei beni confiscati, ci si muove in direzione diametralmente opposta, col rischio che anziché risolvere i problemi manifestatisi negli anni sulla velocità ed efficienza delle procedure, queste subiscano un ulteriore aggravio, depotenziando l’efficacia della normativa sul riutilizzo a fini sociali dei beni e dei capitali mafiosi”. Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, in merito all’annunciata chiusura della sede palermitana dell’Agenzia nazionale per i Beni Confiscati, che sarà operativa con l’avvenuta pubblicazione della nuova legislazione antimafia in Gazzetta Ufficiale.