CALTAGIRONE- Arcigay Catania a Caltagirone a sostegno di Alda, la giovane ragazza la cui aggressione a sfondo omofobo era sfociata in una rissa di strada la settimana scorsa. “Chi fa il maschio, chi la femmina?” Domanda che le persone omosessuali si sentono fare spesso e che dà la misura di quanto gli stereotipi di genere siano duri a morire. Lo denunciano i delegati di Arcigay Catania. Manca, ci dicono, il giusto approccio, soprattutto in età scolare ai temi dell’appartenenza di genere. L’educazione sessuale, così come è stata concepita nei programmi ministeriali, sempre più disattesi a livello nazionale, presenta lacune non indifferenti e in alcuni istituti trattare alcuni temi è considerato pericoloso.
“L’odio verso gli omosessuali deriva dalla società e dal tessuto che ci educa, ciò che serve oggi è comprendere come la diversità non indebolisce nessuno ma crea ricchezza. C’è un costante bombardamento mediatico che punta all’esaltazione di alcuni stereotipi. Ad essere vittime poi non sono solo i gay ma tutti coloro che quegli stereotipi non li incarnano.” Grasso, basso, nero, gay, facce della stessa medaglia. “Vogliamo abbattere- aggiunge il presidente Arcigay di Catania Armando Caravini- un concetto malato di normalità che è quello che impone una parte della società secondo dei canoni prestabiliti”. La delegazione, accolta dal primo cittadino di Caltagirone Gino Ioppolo e dagli assessori Antonio Montemagno e Antonino Navanzino, ha rappresentato la preoccupazione per quanto accaduto a Caltagirone portando la solidarietà dell’associazione che dal 1985 si batte per la parità dei diritti, l’autodeterminazione e contro i pregiudizi e le discriminazioni cui vengono sottoposte le persone LGBTI, ad Alda e a tutti coloro i quali sono stati vittime di intolleranza.Armando Caravini, neo presidente di Arcigay Catania con il suo direttivo ha rappresentato al primo cittadino caltagironese l’intenzione di portare avanti alcuni progetti sul territorio con maggiore attenzione alle scuole, dove è possibile prevenire la diffusione di culture deviate che danno origine a tutte le forme di discriminazione. Da parte sua il primo cittadino ha garantito massima vicinanza e l’intenzione di supportare i progetti che gli verranno sottoposti.