PALERMO – Se la politica non è abbastanza convincente, non resta che puntare al portafogli. Quasi due milioni e mezzo. Tanto spende Palazzo d’Orleans per concedersi il lusso di una giunta completamente formata da “tecnici”. E per tecnici, soprassedendo sulle effettive competenze degli uomini di Crocetta, intendiamo i componenti della giunta finiti a capo degli assessorati pur non essendo passati dalle urne. Scelti dal presidente. Qualcuno “indicato” dai partiti che hanno accompagnato l’ascesa dell’ex sindaco di Gela sulla poltrona più prestigiosa dell’Isola. Ma tutti uniti da una caratteristica: sono costosissimi.
E così, nella “guerra” tra Pd e il presidente in vista del rimpasto, ecco che salta fuori una proposta legislativa del gruppo del Partito democratico all’Ars. Un testo voluto dal segretario Giuseppe Lupo, che ben si armonizza con l’incarico di un altro “big” del Pd: Antonello Cracolici, posto a capo della Commissione per la spending review. Un testo che sembra dire: “Vediamo quanti, a queste condizioni, sarebbero pronti a svolgere il ruolo di assessore tecnico”.
Già, perché le condizioni cambierebbero radicalmente. Oggi un asssessore tecnico, infatti, in Sicilia cumula due indennità. La prima, è pari a quella di un semplice deputato regionale. L’altra, è l’indennità di funzione, fissata da una legge vecchia di quasi sessant’anni (la numero 8 del 1956). Questa indennità, per il presidente della Regione equivale a quella fissata per il presidente dell’Ars (oggi ammonta a 4.866,34 euro netti), mentre per gli assessori è uguale a quella del vicepresidente dell’assemblea (cifra scesa a 3.244,22 euro netti). Quindi, in “soldoni”, agli assessori tecnici di Crocetta va, al mese, uno “stipendio” pari alla somma dei circa 11 mila euro delle indennità dei deputati, ai quali vanno sommate le indennità di funzione. Insomma, circa 14 euro netti. Che al “lordo” (cioè il vero costo per la Regione) diventano circa 17 mila euro al mese. Quasi 200 mila euro l’anno. Per arrivare alla somma iscritta in bilancio per le spese di indennità dei componenti della giunta: oltre 2,3 milioni.
La proposta del Pd punta ad abbattere sensibilmente questa spesa attraverso un duplice meccanismo. L’assessore tecnico (quindi non eletto all’Ars) avrebbe diritto solo alla indennità di funzione (3.200 euro), mentre il deputato chiamato a fare l’assessore continuerà a guadagnare da “deputato semplice”. Senza contribuire, quindi, all’aumento complessivo della spesa (il suo stipendio sarebbe comunque garantito in qualità di parlamentare). Giusto per fare due conti, se la proposta di Lupo, Gucciardi e del gruppo Pd fosse vigente già da domani, il risparmio sarebbe pari a circa 11 mila euro al mese per ogni assessore. Oltre 130 mila euro al mese per l’intera giunta. Un risparmio che, in un anno, supererebbe il milione e mezzo di euro.
E del resto, la proposta del Pd non farebbe che rilanciare una norma già approvata dal governo Letta. “Il presidente del Consiglio – spiega Giuseppe Lupo – oggi guadagna come un semplice parlamentare. E lo stesso vale per i ministri. Anche il siciliano D’Alia, giusto per fare un esempio, nel passaggio da parlamentare a ministro non ha visto aumentare la sua indennità di un euro. Credo – aggiunge – che in un momento storico come questo, in cui si parla tanto e ovunque della necessità di operare la spending review, questo sia una proposta che possa trovare ampia condivisione”.
E l’ottimismo sembra ben riposto. La norma, infatti, in passato fu presentata, sotto forma di un emendamento alla Finanziaria dai deputati di Cantiere popolare. E proprio ieri, il vicecapogruppo del Pdl Marco Falcone ha dichiarato: “Voglio ricordare, soprattutto a Cracolici, che non occorre sprecare tempo e carta per fare una legge ad hoc, basta andare a ripescare e approvare un mio emendamento, depositato il 26 luglio scorso in Commissione spending review dei deputati, di cui appunto Cracolici è presidente, che fissava in 8000 euro lordi gli stipendi mensili degli assessori tecnici. Voglio ricordare inoltre – ha aggiunto Falcone – che tale emendamento è stato bocciato durante l’ultima Finanziaria. Oggi, al Pd diamo la possibilità di ricredersi. Se poi, invece, il partito di Lupo vuole utilizzare strumenti legislativi come arma di ricatto nei confronti di Crocetta, – ha concluso il deputato – questi sono argomenti che non ci appassionano”. Già. Perché se la politica non è abbastanza convincente, non resta che il portafogli.