Agricoltura, a Catania convegno sull’HLB, che minaccia gli agrumi

Agricoltura, a Catania un convegno sull’HLB, che minaccia gli agrumi

Lo ha organizzato il Distretto Agrumi di Sicilia

CATANIA – Il rischio è un’emergenza pari a quella che ha distrutto milioni di piante dagli Usa alla Cina, al Brasile. Per questo oggi, nell’Aula Magna Di3A dell’Università degli Studi di Catania, il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia ha coordinato un convegno intitolato “Azioni di sistema per prevenire il Greening (Huanglongbing) degli agrumi“.

Il sottosegretario

L’evento ha visto la partecipazione straordinaria di tutte le rappresentanze anche nazionali della filiera, le istituzioni, le imprese e la comunità scientifica. Tra le personalità presenti, il sottosegretario del Ministero dell’Agricoltura Luigi D’Eramo, l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino e il componente della Commissione Agricoltura della Camera Giuseppe Castiglione.

La sensibilizzazione

Il convegno ha posto l’enfasi sulla necessità di creare consapevolezza diffusa e sensibilizzare produttori, tecnici ed operatori sull’Huanglongbing (HLB), noto anche come Citrus Greening. Questa grave emergenza fitosanitaria minaccia l’agrumicoltura mondiale. Inoltre, il convegno ha sollecitato le Istituzioni ai diversi livelli a collaborare con la comunità scientifica, con i produttori e le organizzazioni di categoria per creare strumenti di prevenzione e contenimento per affrontare questa minaccia.

Le produzioni

L’offerta agrumicola italiana proviene principalmente dalle regioni meridionali, con Sicilia e Calabria che contribuiscono per oltre l’80% del totale. L’Italia rappresenta il secondo produttore di agrumi in Europa, subito dopo la Spagna. L’HLB è classificato come “organismo nocivo da quarantena prioritario” ai sensi del Regolamento 2019/1702, evidenziando l’importanza del suo impatto economico. A partire dal 2005, l’HLB si è diffuso nelle aree di produzione di agrumi in Florida, causando una riduzione della produzione dell’80% e un raddoppio dei costi di produzione. In Italia, ci sono 150.000 ettari di superficie coltivata ad agrumi, con una produzione di 3.300.000 tonnellate all’anno, il cui valore supera un miliardo 182 milioni di euro.

Le proposte

Durante i lavori, le organizzazioni di categoria Confagricoltura, Cia, Confcooperative, Fruitimprese e Copagri hanno presentato un documento condiviso che sottolinea l’importanza di affrontare con determinazione e in modo sinergico la minaccia del Citrus Greening. “Riteniamo fondamentale – dichiarano – affrontare questa situazione in modo proattivo e adottare misure a livello comunitario e nazionale per proteggere le coltivazioni agrumicole”.

La sicurezza

Viene proposto di di aumentare le misure di sicurezza per le importazioni a livello europeo, inclusa l’imposizione di trattamenti a freddo e la chiusura automatica delle importazioni con un certo numero di intercettazioni. Garantire uniformità e rigore in tutti i punti di ispezione alle frontiere europee, anche attraverso uno scambio di ispettori tra Stati membri. E a livello nazionale, rafforzare i controlli sui prodotti di importazione e migliorare la conoscenza dei piani di emergenza per affrontare organismi dannosi come il citrus greening.

Il piano di emergenza

Poi si propone, tra i vari punti, di accelerare l’attuazione del piano di emergenza 2024 e assicurarsi che coinvolga tutti gli stakeholder, con particolare attenzione al Candidatus Liberibacter. Di investire in nuove varietà resistenti ai patogeni, di continuare il rinnovo varietale, espandere il calendario di maturazione e rafforzare il programma di risanamento. E di attuare un piano di protezione contro l’invasione potenziale dei vettori e del patogeno nella regione agrumicola mediterranea.

Le dichiarazioni 

Secondo la Presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, Federica Argentati, che ha svolto un ruolo chiave come coordinatrice delle attività e del partenariato presente al convegno, è urgente un’azione coordinata a livello europeo. “E’ essenziale per proteggere le coltivazioni agrumicole e preservare un settore vitale per l’agricoltura e l’economia – ha detto -. Siamo impegnati a lavorare con le istituzioni per mettere in atto queste proposte e garantire la sicurezza delle nostre coltivazioni di agrumi”.

Le parole di D’Eramo

Secondo il sottosegretario D’Eramo, potrebbe “essere una nuova minaccia per l’agrumicoltura siciliana, e non solo, con possibili gravi conseguenze su un settore che caratterizza il territorio e l’identità di questa regione”. L’Assessorato regionale all’Agricoltura raccoglie l’invito delle associazioni di categoria e si impegna a mettere in campo tutte le misure necessarie per prevenire il Greening degli agrumi, che ha già causato gravi danni nei paesi extra europei, avviando contestualmente azioni di sensibilizzazione dei produttori siciliani sui rischi dell’emergenza fitosanitaria.

Sammartino: difendere il reparto

“La difesa del reparto agrumicolo richiede grande impegno e gioco di squadra: noi faremo la nostra parte” ha affermato l’assessore Luca Sammartino. “La Sicilia può diventare il primo polo di ricerca per la prevenzione delle fitopatie, – afferma l’on. Giuseppe Castiglione, componente della commissione Agricoltura della Camera – vista l’esperienza maturata dai diversi istituti regionali, soprattutto se riusciremo a continuare questo percorso iniziato dal Distretto Agrumi di Sicilia che ha visto oggi presenti tutte le componenti determinanti per il raggiungimento dell’obiettivo”.

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