AGRIGENTO – A una settimana esatta dal turno di ballottaggio da cui uscirà fuori il nome del prossimo sindaco di Agrigento si delineano alleanze e apparentamenti che, in un modo o nell’altro, saranno decisivi per la corsa alla poltrona più ambita a Palazzo dei Giganti.
Dopo giorni frenetici caratterizzati da polemiche e veleni è giunto il momento di scoprire le carte. Il primo turno ha visto l’exploit, per molti inaspettato, del medico ed ex assessore agrigentino Franco Miccichè che ha assaporato la vittoria al primo turno sfiorando il 37% dei consensi contro il 28% del sindaco uscente Lillo Firetto.
Con il ballottaggio si apre però un’altra sfida e, utilizzando un termine calcistico, si parte dallo zero a zero. Ed è proprio nella serata di ieri che si sono chiusi gli accordi in vista del secondo turno con alcuni colpi di scena. L’ago della bilancia è rappresentato dal centrodestra che, seppur frammentato nella corsa a primo turno, ha raccolto una importante fetta di voti a sostegno del candidato Marco Zambuto. Gli stessi voti che adesso proverà a mettere a disposizione di Miccichè nella corsa a sindaco.
L’accordo, che per molti era di difficile riuscita vista la presenza contemporanea dei deputati Roberto Di Mauro e Riccardo Gallo, è stato siglato sulla base dell’ingresso in giunta di tre esponenti delle coalizione di centro-destra: Forza Italia (partito più votato ad Agrigento), Diventerà Bellissima e Udc. Defilata da questa logica Daniela Catalano, sostenuta al primo turno da Lega e Fratelli d’Italia, che ha deciso di non schierarsi. Un accordo, quello tra il candidato Franco Miccichè e il centrodestra, che inevitabilmente aprirà scenari al momento imprevedibili sia per la corsa a sindaco che per la composizione definitiva del prossimo consiglio comunale dove in caso di vittoria potrebbero approdare esponenti inizialmente contrari a Miccichè.
Niente apparentamento, dunque, per il sindaco uscente: Firetto tenterà di ottenere la riconferma correndo praticamente da solo con il sostegno delle sette liste civiche. Un tentativo di alleanza, a dire il vero, era stato quasi raggiunto proprio nelle scorse ore proprio con Forza Italia ed il centrodestra che avevano dato l’ok a sposare il progetto di Firetto ponendo però una sola condizione necessaria per il matrimonio: la rimozione dalla rosa di assessori scelti dal sindaco uscente di Giorgia Iacolino, protagonista nelle scorse settimane di una lotta senza esclusione di colpi con i vertici di Forza Italia. Su quest’ultimo aspetto non si è raggiunto l’accordo e così il centrodestra ha virato con forza su Miccichè.