AGRIGENTO – Le difficoltà di Agrigento capitale italiana della cultura finiscono sul tavolo della politica. Su quanto accade all’ombra dei templi arriva la presa di posizione della Democrazia cristiana, con il capogruppo all’Ars Carmelo Pace (ex sindaco di Ribera) che lancia un messaggio ai partiti che sostengono il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè.
Pace: “Dc all’opposizione ad Agrigento”
“Dai giorni che hanno preceduto l’inaugurazione di Capitale Italiana della Cultura 2025 ad oggi, la città di Agrigento ha fatto parlare di sé per ritardi, polemiche e clamorosi avvicendamenti che hanno condizionato, speriamo in modo non irreversibile, il programma degli eventi e l’immagine della Sicilia agli occhi dell’Italia e del mondo – dice -. Nonostante per rispetto verso le istituzioni e a tutela della straordinaria vetrina culturale globale, da parte nostra, benché da sempre estranei all’azione amministrativa del sindaco di Agrigento Miccichè, nell’ultimo anno e mezzo da parte nostra mai una dichiarazione polemica o di contrapposizione strumentale”.
Pace poi prosegue: “Oggi il sindaco della città Capitale italiana della Cultura per l’anno 2025, nel momento politico e amministrativo più delicato dal giorno del suo insediamento, sembra condannato a una crisi inesorabile dagli stessi partiti di quella maggioranza che fino ad oggi lo ha sostenuto condividendone e indirizzandone le scelte”.
Pace: “Chi ha sostenuto Miccichè non lo scarichi”
Il capogruppo Dc all’Ars si rivolge così ai partiti che sostengono Miccichè, alla luce anche delle dimissioni del direttore della Fondazione Agrigento 2025 Roberto Albergoni: “Prendere le distanze oggi, nel tentativo di smarcarsi dal sindaco scaricando esclusivamente su di lui i fallimenti di questi anni alla guida della città, è fin troppo comodo e fin troppo semplice”. Secondo Pace “i partiti e, soprattutto, gli esponenti politici che lo hanno sostenuto fino ad oggi, tra i quali diversi parlamentari, si assumano le loro responsabilità fino in fondo”.
“Oggi non è tempo di riposizionamenti tattici per fini elettorali, come non è tempo di ripensamenti tardivi, è tempo piuttosto di difendere l’istituzione che il sindaco rappresenta e che richiama tutti i partiti a un approccio costruttivo”, continua Pace. “La Democrazia cristiana – conclude – era e resta, coerentemente, all’opposizione del sindaco Miccichè, della sua azione amministrativa e delle sue scelte politiche, rimpasti compresi. Ma riteniamo doveroso tutelare e difendere l’istituzione che il primo cittadino rappresenta. Lo stesso atteggiamento ci aspettiamo oggi dai suoi alleati, i veri artefici dei suoi fallimenti e dei disastri che sono sotto gli occhi di tutti”.