Europa: riarmo o equilibrio? La mia incertezza davanti a un bivio storico. Non so cosa pensare. Davvero.
Leggo analisi, ascolto esperti, osservo il mondo muoversi su traiettorie sempre più instabili, eppure non riesco a capire cosa sia giusto per noi europei.
Il riarmo è la soluzione? Oppure stiamo solo scivolando dentro un meccanismo che ci farà spendere miliardi senza garantirci sicurezza?
Mi sento intrappolato tra due spinte contrapposte. Da un lato, la guerra scatenata da Putin ha distrutto ogni illusione di pace perpetua. Dall’altro, gli Stati Uniti di Trump (e non solo di Trump) ci ricordano che la protezione americana non è più un dogma. Se un domani la Nato vacillasse, saremmo pronti a difenderci da soli?
Di sicuro, l’Europa non può restare immobile. Il nostro sistema di sicurezza è stato costruito su un equilibrio fragile: potenza economica sì, ma con una difesa frammentata e una dipendenza dagli Stati Uniti. Oggi questo modello vacilla. Germania e Francia vogliono rafforzare gli eserciti, l’Italia segue con pragmatismo, ma senza una strategia chiara.

E qui nasce la mia incertezza più profonda: aumentare la spesa militare ci renderà più sicuri o ci trascinerà dentro una corsa agli armamenti? Siamo pronti ad avere un esercito europeo, magari sotto la guida della Francia? Oppure la difesa resterà un affare nazionale, con tutti i limiti del caso?
La paura è che il riarmo diventi una risposta automatica, quasi istintiva. Spendere di più in difesa non è, di per sé, una strategia. Serve una visione: chi difendiamo, da chi, con quali alleanze? E soprattutto, c’è ancora spazio per la diplomazia o ormai parliamo solo il linguaggio della deterrenza?
Mi sento combattuto. Da una parte, so che un’Europa debole è un’Europa vulnerabile. Dall’altra, temo che il riarmo sia una scorciatoia per non affrontare i nodi veri: la coesione politica, la capacità di dialogo, l’abilità di costruire un mondo meno bellicoso.
Forse questa è solo un’illusione. Forse non possiamo più permetterci ingenuità. Ma se l’alternativa è rassegnarsi a una nuova logica di guerra, allora mi chiedo: stiamo scegliendo davvero, o ci stiamo solo lasciando trascinare?