Ai minimi Termini|Pd-M5s, non c'è feeling

Ai minimi Termini|Pd-M5s, non c’è feeling

Commenti

    ma per favore … dileguatevi e scomparite entrambi!!!!!!!!!

    Non si rendono conto che oggi in Sicilia c’è un’emergenza democratica contro fascisti e razzisti, che viene prima di ogni futile contrasto interno.

    hai ragione, bisogna bloccare gli immigrazionisti comunisti che si comportano da razzisti verso gli italiani per motivi elettorali. Cercano i voti in africa perchè non li vuole più nessuno.

    Basta che non perdono la poltrona…. Si unirebbero on il Diavolo!

    Il PD partito strutturato va appresso alla demagogia pura del partito dei cinque stelle che ha tradito sia i suoi elettori che i propri ideale in nome dell’affarismo del comico e della sua stetta schiera di seguaci. Questi hanno solo prodotto danni

    E’ vero e condivido quanto scritto nell’articolo ma vorrei far notare che Italia Viva, M5S, PD e Leu di fronte al pericolo di una avanzata della Lega o delle destre in generale sanno sempre trovare la forza per unirsi e creare un argine invalicabile così come finora ha ampiamente dimostrato l’attuale esperienza di governo del Conte bis. E’ proprio come in una famiglia, ognuno fa la propria vita ma al bisogno si ci ritrova tutti uniti.

    hai ragione bisogna abbattere col voto questa coalizione di fannulloni e comunisti, ne va della vita democratica della nazione. Non si può lasciare l’Italia in mano al partito di un comico e a una manata di bolscevichi da avanspettacolo

    Quindi unico pensiero e programma che unisce è la paura dell’avanzata della destra….Ma come si potrebbe salvare l’Italia di sto passo…!!
    Bisogna unirsi per programmi e idee….non per paura dell’avversario

    ***ognuno fa la propria vita ma alla TAVOLA PER MAGNA’ si ci ritrova tutti uniti.****

    Questi non sono politici. Sono mocciosi chr litigano su tutto e per tutto. Da asilo. Mandiamoli a casa

    Non penso che quanto possa suscitare preoccupazioni. Da un lato il M5S la negazione della sua genesi imbottito di mezze figure stipendiali fini a se stesse – dall’altra un PD mai così inconsistente. Il tutto in uno scenario generale zeppo di tante altre presenze da avanspettacolo. Senza alternative di potere sperare. Sola possibilità vivere alla giornata fin quando dura.

    sciolti come la neve al sole,tra non molto li dimenticheremo entrambi fortunatamente

    Sciogliete questi due partiti e andate dove vi porta il cuore. Dappertutto salvo che in politica.

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E allora? Dov'è la notizia se tutto rientra nella norma. Ebbene, questo è il mese dell'ipocrisia (avete presente la valanga di "auguri" urbi et orbi?), quindi ci sta tutto e calza a pennello lo stupore per il "caro voli" che, invece è un fatto ordinario e ricorrente. Che Natale sarebbe senza l'albero, il presepe, il panettone e i politici che si stracciano le vesti per il caro voli? E, ovviamente, l'informazione che torna a battere sugli stessi tasti, stavolta con la piccola variante del concorso. Ok, tranquilli, passerà. Ma tornerà puntualissimo a Pasqua, insieme alla colomba e alle uova. Insomma, qual è la novità?

Dopo quarant’anni di precariato strutturale, presentare l’aumento delle giornate lavorative come una “svolta storica” appare non solo insufficiente, ma profondamente offensivo per migliaia di lavoratrici e lavoratori forestali. Portare le giornate da 151 a 174, da 101 a 124 e da 78 a 101 non è una riforma: è l’ennesimo rattoppo su una ferita che la politica regionale sceglie consapevolmente di non curare. Si continua a parlare di “passo avanti” e di “gestione sostenibile del territorio”, ma si evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la stabilizzazione di chi da decenni garantisce la tutela dei boschi siciliani in condizioni di precarietà permanente. Migliaia di operai che ogni anno vengono richiamati al lavoro, formati, utilizzati e poi rimandati a casa, senza certezze, senza dignità, senza futuro.Dopo 40 anni, non è accettabile che la Regione Sicilia consideri un aumento di qualche settimana lavorativa come una concessione straordinaria. Non è rispetto, non è valorizzazione del lavoro, non è programmazione. È solo il rinvio dell’ennesima riforma annunciata e mai realizzata.Si parla di sostenibilità ambientale, ma non esiste sostenibilità senza sostenibilità sociale. Non si può difendere il territorio continuando a tenere in ostaggio chi quel territorio lo cura ogni giorno. La vera riforma sarebbe uscire definitivamente dal bacino del precariato, riconoscendo diritti, stabilità e dignità a lavoratori che hanno già ampiamente dimostrato il loro valore.Dopo quattro decenni di attese, promesse e sacrifici, questo emendamento non rappresenta un traguardo: rappresenta l’ennesima occasione mancata. E soprattutto, una grave mancanza di rispetto verso chi chiede solo ciò che gli spetta.

Cateno De Luca sforna nuovi movimenti e partitini con la stessa velocità e noncuranza con cui passa dalle invettive agli apprezzamenti per tornare di nuovo alle invettive. Le vicende che lo hanno visto altalenante nei rapporti con l'ologramma e la banda bassotti politica ne sono la prova. Attualmente il pendolo è tornato ad oscillare a sinistra, ma quelli non ne vogliono sapere e di tentare un'altra avventura in solitaria non è cosa. Perciò il soggetto si agita e prova a restare al centro dell'attenzione mediatica non potendo essere al centro della scena politica. Come gli finirà lo vedremo, ma la credibilità politica è uscita fortemente minata dalle tante scelte sbagliate che si stanno "mangiando" anche l'aura di bravo amministratore sulla quale ha fatto sempre affidamento.

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