RIFUGIO SAPIENZA SULL’ETNA (CATANIA) – La selezione che tutti si aspettavano c’è stata, le prime avvisaglie dello splendido duello tra Vincenzo Nibali e Nairo Quintana – nella caccia alla conquista del centesimo Giro d’Italia – pure. Ma alla fine, è un fuggitivo della prima ora (o per meglio dire dei primissimi metri) a vincere l’attesissima tappa partita da Cefalù e arrivata sull’Etna a quasi duemila metri di altitudine. Jan Polanc si porta a casa il trionfo sul vulcano etneo, in una frazione che è stata inebriata dai colori e dai profumi della Sicilia, fin dallo start nella località balneare e transitando attraverso l’entroterra nord-orientale dell’isola, tra i Nebrodi e altri caratteristici territori. Quanto al duello tra lo Squalo dello Stretto e il piccolo grimpeur colombiano, solo un piccolo scatto da parte del siciliano e subito rintuzzato dai suoi rivali, compresi il sudamericano ma anche un Tom Dumoulin che ha anche provato ad uscire dal gruppo. Ci è sicuramente riuscito il russo Zakarin, ma per il momento nulla si muove. E domani si arriva a casa di Vincenzo, quella Messina che sta preparando una grande accoglienza per il suo idolo.
La tappa viene animata subito da una fuga partita all’altezza del primo chilometro: a prenderla sono Brutt, van Rensburg, Alafaci e Polanc, con il gruppo che lascia fare e concede anche un vantaggio di oltre sette minuti fino a quando non si arriva al primo traguardo di giornata. Al Gran Premio della Montagna di seconda categoria di Portella Femmina Morta, nel cuore del Parco dei Nebrodi, passa per primo proprio van Rensburg, il quale si prende 15 punti precedendo con uno scatto a pochi metri dal traguardo Polanc e Brutt, mentre Alafaci resta un po’ al palo prima di recuperare in discesa i metri persi. Il gruppo con i migliori transita a poco meno di sette minuti dal quartetto dei fuggitivi, ma il vantaggio scende chilometro dopo chilometro a causa della scarsa dimestichezza dimostrata in discesa da chi ha provato l’uscita in avanscoperta nei primi metri della frazione. Tra i corridori che prima di scollinare hanno perso contatto con il gruppo dei migliori, spicca il campione italiano in linea Giacomo Nizzolo, mentre per Dennis della BMC – uno degli outsider per un posto tra i primi 10 – è arrivato addirittura il ritiro.
La carovana del Giro, divisa tra i quattro fuggitivi, il gruppone dei migliori e i corridori già staccati dopo la prima asperità di giornata, attraversa la Sicilia nord-orientale per avvicinarsi al vulcano. Il gap tra chi comanda e chi insegue si attesta poco sotto i sei minuti, con Alafaci che perde terreno rispetto agli altri tre fuggitivi. Il gruppo sembra intenzionato a non esaurire troppe energie in vista di una salita ripida come quella che porta sull’Etna, così il vantaggio di Brutt, van Rensburg e Polanc torna a salire, con il russo che porta a casa i traguardi volanti di Biancavilla e di Bronte. I corridori tornano con il naso all’insù, la stanchezza dei tre fuggitivi inizia a farsi sentire e il gap si riduce pian piano, mentre a 29km dal traguardo viene ripreso Alafaci. Il terzetto al comando inizia la salita finale con circa 4 minuti di vantaggio, la maglia rosa Gaviria resiste per le primissime rampe prima di staccarsi mentre Zakarin e Roy sono vittime di una brutta caduta su una curva un po’ pericolosa.
Tra i fuggitivi si segnala soprattutto Polanc che prende il largo su Brutt e van Rensburg. Dalle retrovie il primo a muoversi all’attacco della salita dell’Etna è Tiralongo, ma l’uscita dal gruppo dell’avolano dura davvero poco, con la Bahrain-Merida di Nibali che spinge. Poco dopo è la volta di Rolland, con una delle sue classiche azioni da lontano che non trova reazioni nel gruppo, considerando la tanta strada ancora da fare. Il francese guadagna subito una ventina di secondi spingendo al massimo, mentre il team dello Squalo e la Movistar di Quintana si osservano, e il Team Sky vede staccarsi Landa a causa di un problema meccanico. A 7km dalla fine ci prova anche Anton, mentre Rolland vede esaurire pian piano la sua azione a causa del ritmo imposto dalla Bahrain-Merida. Nibali arretra leggermente, vuole tenersi Thomas e soprattutto Quintana a portata di sguardo; a 3km dall’arrivo la Astana cerca la “trappola” col danese Hansen ma risulta poco convincente e viene quasi lasciato andare. Poi arriva il momento di Nibali, che testa le gambe dei rivali con un primo scatto ma non riesce a fare selezione. Allora ci provano prima Dumoulin e poi Zakarin, con il russo che riesce ad andar via agile e va vicino anche all’aggancio di Polanc. Lo sloveno, però, sfrutta gli ultimi metri in falsopiano per tenersi una vittoria prestigiosa.
CLASSIFICA DI TAPPA: 1. Polanc in 4h55’58”, 2. Zakarin a 19″, 3. Thomas a 29″, 4. Pinot s.t., 5. Cataldo s.t., 6. Dumoulin s.t., 7. Jungels s.t., 8. Yates s.t., 9. Mollema s.t., 10. Nibali s.t.
CLASSIFICA GENERALE: 1. Bob Jungels in 19h41’56”, 2. Thomas Geraint a 6″, 3. Adam Yates a 10″, 4. Vincenzo Nibali a s.t., 5. Domenico Pozzovivo s.t., 6. Nario Quintana s.t., 7. Tom Domoulin st, 8. Bauke Mollema st, 9. Milek Landa Meana s.t., 10. Thibaut Pinot s.t.