CATANIA – Convocato stamani il consiglio generale della Fisascat-Cisl. Prima tappa del percorso statutario che porterà il sindacato confederale guidato da Raffaele Bonanni al Congresso nazionale di giugno. “Con molta probabilità sarà il 18 gennaio la data per il congresso provinciale”, ad annunciarlo è stato Pippo Foresta, della segreteria Ust di Catania, che ha presieduto l’assemblea convocata oggi in Via Gabriele D’Annunzio. “C’è bisogno che l’organizzazione si adatti alle esigenze del territorio, per mantenere la propria tradizione di servizio al mondo del lavoro”. Sono queste le linee guida che Foresta ha offerto in previsione del rinnovo della classe dirigente che avverrà con la prossima assise congressuale.
Ma l’attenzione dell’assemblea era tutta per la relazione pronunciata da Toni Fiorenza, segretario generale della Fisascat-Cisl di Catania. “Non vedo uscita per questa crisi economica. Mario Monti dice che ne usciremo nel 2013, ma qui non sarà così”. Le previsioni per il futuro non sono affatto buone: “Questa è una crisi dei consumi, della perdita di potere d’acquisto dei salari – ha spiegato Fiorenza. Senza soldi non si può spendere e non può ripartire l’economia, questo è ovvio – ha sottolineato il segretario catanese della Fisascat”. “Oggi noi sindacato non siamo in grado di chiedere l’aumento del 10% dei contratti, sarebbe da folli. Ma di puntare alla diminuzione della pressione fiscale sì, questa è la proposta che lanciamo al governo nazionale”.
“Quella di Aligrup è una crisi più complessa di quella che ha investito Termini Imerese”. L’analisi di Toni Fiorenza ha dei toni cupi. “Sta chiudendo un gruppo per inedia: è disarmante” – ha detto il segretario della Fisascat in direzione dei rappresentanti sindacali dei lavoratori del gruppo”. “È una vicenda piena di punti oscuri – ha sottolineato”. “Fino ad un anno fa pensare che l’Aligrup sarebbe potuta fallire sarebbe apparso come una barzelletta”. “Ancora oggi non mi spiego – ha aggiunto con tono polemico- come sia stato possibile che si cambiasse il commissario giudiziario proprio in prossimità di decisioni importanti”.
L’allarme di Fiorenza apre dunque dei scenari inquietanti: “Ormai c’è la moda di fare fallire le aziende per rilevarle a costo zero, speriamo che non sia questa la volontà di Aligrup”. “Il mio giudizio però è chiaro, nessuno fra i presenti ne abbia a male –lo ha detto gelando la sala- ma l’azienda è morta. Chiudendo l’Aligrup crolleranno anche la Dacca e la Zappalà, prevediamo dunque – ha concluso il segretario della Fisascat di Catania- una crisi che investirà 2.500 lavoratori su tutta la provincia etnea”.
Precisazione del segretario Toni Fiorenza:
“Spettabile redazione di LiveSicilia/Catania, in relazione all’articolo titolato “Con Aligrup chiuderanno anche Dacca e Zappalà” pubblicato oggi sul vostro sito web, a firma di Fernando Massimo Adonia, mi preme precisare che le preoccupazioni della Fisascat sulle ripercussioni della chiusura del gruppo Aligrup sulle aziende Dacca e Zappalà non sono nei termini da voi riportati.
Nel corso della mia relazione al consiglio generale della Fisascat Cisl di Catania, ho parlato, infatti, di contraccolpi che subirà l’indotto, cosa ben lontana e diversa dal prefigurare un crollo o addirittura la chiusura di aziende come Dacca e Zappalà, come si invece dal titolo e dalle mie parole riportate nel testo.
Dacca e Zappalà, infatti, sono realtà imprenditoriali che non intrecciano rapporti solo con il gruppo Aligrup ma con tante altre aziende, piccole, medie e della grande distribuzione organizzata”.