PALERMO – Debiti da parte delle società, polemiche sul cambio del capo-impianto, dubbi sui gabiotti e l’ipotesi di un rialzo delle tariffe. La piscina comunale di viale del Fante è stata l’oggetto, stamane, della seduta della commissione Bilancio di Sala delle Lapidi che ha la dirigente degli impianti sportivi Fernanda Ferreri.
Un’occasione per affrontare, in primis, il tema dei quasi 200mila euro che le società che frequentano la piscina devono a Palazzo delle Aquile. Si tratta di somme che in alcuni casi sono già state pagate, mentre in altri le società hanno concordato un piano triennale di rientro, più gli interessi, ma a patto di saldare il corrente. E, del resto, il credito vantato dal Comune non era indifferente: una somma accumulatasi in periodi differenti, a seconda delle società, e che Piazza Pretoria è decisa a incassare.
“Si è fatta chiarezza rispetto alla posizione debitoria della società – dice il presidente della commissione, Francesco Bertolino – ed esprimiamo apprezzamento per il lavoro degli uffici che stanno provando a riorganizzare un impianto lasciato all’auto-gestione. Significativo sarà il ritorno della Gesip che contribuirà al miglioramento del servizio. Attendiamo la bozza di eventuale nuovo piano tariffario e sarà quella l’occasione per fare il punto della situazione rispetto all’incasso delle società debitorie”.
Già, perché fra i temi trattati durante l’audizione c’è stato anche quello di un ritocco, verso l’alto, delle attuali tariffe. Oggi chi è iscritto a una società o è un semplice utente paga 1,50 euro, cifra fra le più basse d’Italia. Ed è per questo che in commissione si è discusso della possibilità di portare la cifra a 2 euro per gli iscritti alle società e a 3 euro per i semplici utenti, vincolando gli introiti al miglioramento dell’impianto. “Questa è un’idea della commissione su cui comunque sono d’accordo – commenta la Ferreri – l’ho anche chiesto in passato”. L’assessore Cesare Lapiana, invece, frena. “E’ vero, le tariffe sono bassissime ma ritoccarle non risolverebbe i problemi. E comunque è il consiglio comunale che deve esprimersi su proposta della giunta”. Inoltre, gli uffici starebbero studiando anche il modo di poter aprire al pubblico alcune vasche esterne nel pomeriggio, dopo l’estate, tentando di conciliare la contemporanea presenza di adulti e minori.
Ma, come detto, la seduta è stata anche l’occasione per discutere del difficile rapporto tra cittadini e iscritti alle società. “Il problema è che si tratta di due gruppi contrapposti – spiega la Ferreri – che chiedono la stessa cosa e nella piscina non c’è spazio per tutti. Società sono limitate dal pubblico e viceversa, ma la piscina è solo questa e lo spazio non è sufficiente”. A complicare le cose anche la sostituzione della capo-impianto Rosaria Carrotta, che il 9 maggio, con una disposizione di servizio, è stata sollevata dall’incarico per l’impossibilità “di trovare un indirizzo comune per la risoluzione dei problemi”.
E i problemi sarebbero rappresentati anche da un difficile rapporto proprio tra la Carrotta e le società, che a febbraio avevano anche scritto una lettera al sindaco Orlando chiedendone la rimozione, che è giunta alcuni mesi dopo. “Ma non c’è alcun legame con la lettera – precisa la Ferreri – già a settembre avevo annunciato che i capi-impianto sarebbero stati dei tecnici e non degli amministrativi. Il tutto fa parte di una rotazione più generale, attualmente c’è un capo-impianto temporaneo in attesa di una persona che arriverà da un altro ufficio. La signora Carrotta non gradiva questa situazione precaria e ha preferito andar via prima”. Un braccio di ferro tutto interno agli uffici che ha lasciato strascichi e polemiche ancora non sopite.
“In piscina ci sono tanti problemi”, denuncia Danilo Girgenti, frequentatore della piscina e fondatore di un comitato di cittadini che utilizzano l’impianto di viale del Fante. “Il Comune ci dice che le società sono il fondamento della piscina – continua – la mattina, d’inverno, nuotiamo in due corsie su 16, visto che le altre sono occupate dalle società. Il pomeriggio non possiamo più accedere, tranne due giorni a settimana e dalle 18 in poi. La Carrotta aveva aperto l’impianto anche la domenica, e invece il nuovo responsabile l’ha vietato. Abbiamo raccolto più di 300 firme per chiedere più corsie, ma ci hanno ignorato. E la pagina Facebook aperta dalla Carrotta, che era aggiornata in tempo reale ed era diventato un punto di riferimento per tutti noi, è stata per giunta chiusa”.
Do diverso avviso Antonio Coglitore, presidente della Waterpolo. “Noi paghiamo settimanalmente 1500 euro circa e, quando ci è stato comunicato il totale del dovuto, abbiamo saldato subito. Anzi, per ora siamo in credito col Comune. La Carrotta? Ha creato dei problemi, ma di certo non abbiamo l’autorità per decidere uno spostamento. La piscina è sempre sporca, in passato ci sono stati rifiuti e topi e noi ci siamo fatti parte attiva per segnalare questi disservizi. Se l’anno prossimo l’attività agonistica verrà dimezzata o azzerata qualcuno avrà pure delle responsabilità. Tante volte siamo stati aggrediti perché l’impianto era chiuso e gli utenti se la prendevano con noi. Sono stanco, meriteremmo dei riconoscimenti e invece siamo trattati così: per me sarà probabilmente l’ultimo anno”.
Infine è stato sollevato il problema dei gabbiotti a disposizione delle società e che sono posti all’ingresso dell’impianto. “Non mi ero posta il problema – dice la Ferreri – vedremo se hanno una autorizzazione”. “Quei gabbiotti li abbiamo costruiti a nostre spese e dietro autorizzazione”, assicura Coglitore.