Almaviva scende in piazza, il 9 settembre sciopero generale - Live Sicilia

Almaviva scende in piazza, il 9 settembre sciopero generale

La protesta dopo la perdita della commessa Alitalia. Rischiano il licenziamento 621 operatori

PALERMO – Scenderanno in piazza il prossimo 9 settembre, per protestare contro il Governo, i 621 lavoratori Almaviva di Palermo che rischiano il licenziamento dopo che l’azienda ha perso la commessa per la gestione del servizio assistenza clienti di Alitalia, la compagnia di bandiera che dal 15 ottobre cesserà di esistere.

La vicenda

Con la nascita della nuova compagnia aerea Ita, la gestione dell’assistenza call center, da sempre gestita da Almaviva, è stata affidata ad una nuova azienda: la Covisian. Da giorni i sindacati chiedono un incontro al Governo per trattare sulla salvaguardia dei posti di lavoro dei dipendenti Almaviva e garantire così un futuro occupazionale ai 570 lavoratori della sede di Palermo, oltre che ai 51 della sede di Rende (Cosenza).

Il comunicato sindacale

“Nonostante le ripetute richieste di aprire un tavolo di confronto istituzionale per gestire il cambio di appalto e la nascita dell’assitenza clienti della ITA, ad oggi, con la commessa assegnata ufficialmente assegnata alla società Covisian, nessuna risposta è pervenuta dai Ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro – scrivono in una nota congiunta i sindacato Cgil, Cisl e Uil –  In assenza di un segnale tangibile, dichiariamo una giornata di sciopero intero il 9 settembre 2021 per tutti i lavoratori della commessa Alitalia gestita dalla società Almaviva”.

“E’ inconcepibile lasciare 621 lavoratrici e lavori impegnati sul servizio Alitalia gestito da Almaviva nella più completa inconsapevolezza di ciò che sarà di loro di qui a poche settimane – continua la nota dei sindacati – Tutto nel completo spregio di una legge dello Stato, quella sulla cosiddetta “clausola sociale”, che invece garantisce loro la continuità occupazionale e, quindi, la salvaguardia occupazionale, sia reddituale che normativa. 

Sebbene siamo ben consapevoli della complessità della vicenda, non lasceremo che i primi a pagarne il conto siano lavoratori che da venti anni assicurano un servizio indispensabile e di grande pregio professionale”. 


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