Altolia, villaggio fantasma: restano 200 abitanti - Live Sicilia

Altolia, villaggio fantasma: restano 200 abitanti

Tragedia di Messina
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Un mese dopo la disastrosa alluvione dell’1 ottobre scorso la frazione di Altolia, che sovrasta Giampilieri, sembra un paese fantasma. Nel villaggio sono rimaste solo 200 persone. Tra gli abitanti, che hanno i visi tirati per la stanchezza, si respira un clima di sfiducia: “Altolia – dicono in coro – rischia di scomparire per sempre”. Per raggiungere la borgata, che si trova in cima alla collina, bisogna fare lo slalom con l’auto tra i massi che sono franati sull’asfalto: “Spesso – spiega Francesco Bruno, 46 anni – l’unica strada di accesso al paese viene chiusa e non rimaniamo bloccati. Non vogliamo andare via da qui, ma le istituzioni devono fare subito qualcosa per mettere in sicurezza la strada, la montagna, i torrenti”. Intanto i vigili del fuoco continuano a scavare alla ricerca dell’unico abitante del paese che manca ancora all’appello, Bartolo Scilibero, 42 anni, uno dei sette “dispersi” per i quali ovviamente non c’é più alcuna speranza. Suo cognato Antonio Bonfiglio, 47 anni, ricorda: “Ad un certo punto intorno alle 9,30, continuava a piovere e mio cognato insieme ad altri era sceso in piazza per spostare alcune auto che erano state coperte dall’acqua. Stava per entrare a casa di un amico, quando una spaventosa cascata di fango, mista a pietre e alberi, lo ha trascinato a valle. Spero che riusciremo a trovare almeno il suo corpo, io non perdo le speranze. Aveva due case che sono state rase al suolo entrambe. Ha lasciato la moglie e figli nella disperazione”. Su un lato della piazza sorgeva il circolo culturale dove si riunivano tutti in paese, ma è andato distrutto. Il punto di riferimento adesso è la canonica, dove studiano ancora i bambini in attesa che la scuola venga rimessa in sicurezza. “Ci aiutiamo l’un l’altro – spiega ancora Francesco Bruno – ma siamo ancora scossi. La frana ha danneggiato anche i campi coltivati e molti raccolti sono andati persi. Chiediamo dunque che ci vengano pagati i danni per ricominciare, considerando che qui c’é soprattutto un’attività agricola. Le istituzioni non ci devono lasciare soli, questo paese non deve essere abbandonato”. Anche Pinuccia Pellegrino, che con il marito gestisce una delle due macellerie della birgata ancora in attività, ripete: “Non vogliamo andare via di qui perché c’é la nostra azienda che ci è costata la fatica di una vita. Speriamo che le istituzioni intervengano presto: questo non può diventare un paese fantasma”.


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