Amanda Knox torna in tv per ribadire la sua innocenza. La ragazza, condannata a 28 anni e mezzo di carcere dalla Corte d’appello di Firenze, dichiara alla CNN: “Non ho ucciso Meredith Kercher“. E aggiunge: “Se fossi stata sulla scena del crimine, le prove della Scientifica dimostrerebbero la mia colpevolezza, ma non c’é nulla: nessun capello, nessuna impronta di mani o di piedi, che dimostrino la mia presenza. Questo prova la mia innocenza”. La Knox, condannata insieme a Raffaele Sollecito cui era sentimentalmente legata all’epoca dei fatti, parla di un rapporto d’amicizia in crescendo con la sua coinquilina perugina: “Nel mese in cui abbiamo vissuto insieme, stavamo diventando amiche. Una settimana prima dell’omicidio, siamo andate ad un concerto di musica classica …non abbiamo mai litigato”. “Non ho ucciso la mia amica. Non maneggiavo un coltello. Non ne avevo motivo”, continua a difendersi. L’intervista è stata rilasciata due giorni dopo la pubblicazione di un documento di 300 pagine redatto dalla Corte d’Appello di Firenze, nel quale si sostiene che Rudy Guede, in base alla natura delle ferite sul corpo di Meredith, non avrebbe agito da solo. Amanda e Sollecito confidano adesso nella Cassazione.
"L'assenza di prove dimostra la mia innocenza", si difende Amanda dopo essere stata condannata dalla Corte d'appello di Firenze a 28 anni e mezzo di carcere. "Meredith era mia amica", aggiunge confidando nella sentenza della Cassazione.
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