PALERMO – Ha sollevato un polverone l’ipotesi di passaggio di 24 dipendenti dell’Amat (19 meccanici e 5 autisti) da part time a full time, emersa durante il dibattito preliminare sul bilancio di previsione presso il Consiglio comunale di Palermo. I 24 dipendenti, attualmente impiegati a 27 ore la settimana, provengono dal gruppo di 96 ex ausiliari del traffico che alcuni anni fa sono transitati dalla polizia municipale per dare una mano nei controlli alle strisce blu. L’ipotesi di un loro impiego a tempo pieno ha scatenato una bufera all’interno del Consiglio comunale, con dispute interne alla commissione Partecipate e fra maggioranza e opposizione.
Di recente i 24 dipendenti erano stati ascoltati in audizione dalla terza commissione per capire se fosse possibile entrare in pianta stabile nell’organico delle officine a 39 ore settimanali. Su sollecitazione della commissione il presidente dell’Amat, Giuseppe Modica, ha stilato una relazione, inviata sia all’amministrazione sia, per conoscenza, alla terza commissione. L’intento era iniziare a tracciare un bilancio su costi e benefici dell’eventuale operazione, che, secondo le stime della commissione, allevierebbe le ataviche carenze di organico delle officine Amat e al tempo stesso consentirebbe di operare una bella sfoltita agli straordinari.
La cosa non è andata giù però ad alcuni consiglieri comunali che hanno chiesto di vederci chiaro perchè temono disparità di trattamento nei confronti degli altri ex ausiliari, che attualmente operano per lo più all’Ufficio Autogrù e nel settore Segnaletiche. Per Giulio Tantillo “invece di dare il tempo pieno a pochi basterebbe dare tre ore a tutti e nei prossimi anni aumentare le ore a scaglioni portandoli tutti a 40 o almeno a 35 ore”. L’assessore comunale al Bilancio, Luciano Abbonato, presente in aula, ha stoppato tutto sul nascere lasciandosi andare a un giudizio tranchant: “Modica ha preso un abbaglio. Probabilmente il presidente dell’Amat non sa che il blocco delle assunzioni legato al patto di stabilità coinvolge non solo i trasferimenti e la mobilità ma anche i passaggi da part time a full time”.
Ad accendere la miccia era stato il consigliere Giuseppe Milazzo, che, durante la discussione sul bilancio di previsione, aveva preso parola e iniziato a leggere quella che ha presentato come “una lettera del presidente Modica indirizzata alla terza commissione in cui propone il passaggio da part time a full time di 25 dipendenti senza passare dagli organi istituzionali preposti. Mi chiedo come si possa fare una cosa del genere e soprattutto cosa ne potrebbe pensare la Corte dei Conti. Chiedo ufficialmente di conoscere quale sia la liquidità a disposizione dell’Amat per effettuare operazioni del genere senza coinvolgere gli organi preposti e senza un minimo di selezione e inoltre che il presidente Modica venga a riferire in aula su questi fatti. È un’iniziativa vergognosa con la quale si bypassa il Consiglio e l’assessore al ramo. Qualcuno ne dovrà rispondere”.
Dal canto suo, il presidente Modica ha replicato seccamente alle accuse: “L’Amat non può decidere alcunché. Ho risposto ad una precisa richiesta di notizie sulla situazione di questi 24 dipendenti, non c’è nient’altro né sono stato io a prendere l’iniziativa perché non posso assumere nessuno. Ho fatto una relazione per spiegare cosa succederebbe con il passaggio di questi dipendenti a tempo pieno. Non ho interessi particolari nè con loro nè con altri. A decidere è l’amministrazione comunale. Le officine sono l’area critica dell’Amat ma certamente non va peggio di prima, anzi, posso dire che va meglio”.
Le polemiche si sono estese anche sulla validità istituzionale della relazione di Modica, con una buona parte dei componenti della Terza che disconosce la procedura e denuncia di esserne stata tenuta all’oscuro. La presidente Luisa La Colla chiarisce però che “questo documento è stato trasmesso alla commissione come già accaduto per ogni altro documento o verbale emanato dai cda delle partecipate per una nostra espressa richiesta, così che possiamo monitorare costantemente il loro lavoro. Se alcuni consiglieri non ne sono a conoscenza si vede che nel momento in cui ci è stata trasmessa erano assenti, può capitare. Ma chiarisco che tutti i componenti della commissione lavorano sodo”.
La La Colla poi torna sul contenuto del documento: “La proposta di passaggio a full time nasce da una cosa che è sotto gli occhi di tutti, ovvero le spese dello straordinario e delle esternalizzazioni, sulle quali col tempo pieno si risparmierebbe molto. Si potrebbe studiare, ad esempio, se il decreto D’Alia offra qualche sponda. Ma ci sono state troppe strumentalizzazioni: noi abbiamo detto chiaramente agli operai e all’azienda che c’è il patto di stabilità e che questo provvedimento, che comunque deve passare dal via libera dell’amministrazione, è pensato in prospettiva perchè oggi è di difficile attuazione”.
Ieri a Sala delle Lapidi l’argomento è tornato fuori e sono volati gli stracci tra Milazzo e Tantillo, da una parte, e la La Colla dall’altra, con un’aspra diatriba a microfoni aperti che ha costretto il presidente Totò Orlando a sospendere la seduta per qualche minuto. “Francamente non capisco il motivo di tanto clamore – aveva detto poco prima nel suo intervento il consigliere Orazio La Corte –. Abbiamo ascoltato in audizione questi lavoratori che hanno regolarmente seguito i corsi di formazione dell’Amat e ora chiedono la stabilizzazione. Spesso vengono impiegati con ore di straordinario in un’azienda che necessita di meccanici, e loro appunto questo sono, meccanici. Invece di sprecare risorse per gli straordinari, perchè non passarli in full time? Ai fini della spending review ha più senso assumerli che farli continuare così. Qui si chiede all’amministrazione comunale di dire semplicemente un sì o un no a persone che per dieci anni sono state prese in giro in cambio di promesse elettorali”. La Corte ha contestato anche le parole dell’assessore Abbonato: “Non c’è stato nessun abbaglio, è stata avanzata una semplice richiesta, sapere se si può procedere con questo passaggio o no, tutto qua. Queste persone meritano una risposta”.