Amat, rabbia e protesta: | "Ci scusiamo per i disagi" - Live Sicilia

Amat, rabbia e protesta: | “Ci scusiamo per i disagi”

“I lavoratori dell’Amat si scusano con i cittadini palermitani per i disagi creati dalla nostra sacrosanta protesta causata dalla mancata erogazione delle retribuzioni del mese di luglio. Al contrario di quanto detto dai mezzi di informazione ancora oggi non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione in merito all’erogazione dei nostri stipendi”. Protestano con questo comunicato in mano da distrubuire ai cittadini per scusarsi con loro. Sono i dipendenti dell’Amat in corteo dalle nove di questa mattina. Dicono di essere in 500, forse sono meno, sicuramente sono arrabbiati. Sono partiti da via Roccazzo e arrivaranno, sfidando sole e caldo, fino a Palazzo della Aquile dove ci sarebbe una giunta in corso. Fanno sentire la loro voce perchè vogliono il loro stipendio e non si fermeranno finchè non lo avranno ottenuto. “O almeno finchè non avremo una comunicazione scritta ufficiale che ci comunica quando arriveranno i nostri soldi, vogliamo una data precisa”: dice Pietro Levantino, dipendente Amat tra i manifestanti in corteo.

La manifestazione è pacifica e autorizzata dalla Digos. Nessun baruffa, solo rabbia. Si affidano ai microfoni per urlare che sono stanchi, che per dignità propria il sindaco dovrebbe dimettersi e che si sentono soli. “Domani alle 17 il prefetto ha convocato i sindacati confederali e autonomi, e anche domani saremo presenti, faremo sentire la nostra voce. Siamo stanchi di questi rimpalli tra il Consiglio comunale e il nostro Cda perchè alla fine in mezzo ci andiamo sempre noi che abbiamo mutui da pagare e famiglie da mantenere”: a parlare è Benedetto Di Marco, altro dipendente oggi a braccia conserte.

Infatti i tre milioni di euro prelevati dai fondi Cipe che il Comune si è impegnata a versare all’azienda, dopo averne bocciato il budget annuale e dopo aver mancato all’erogazione per un buco totale di 110 milioni di euro che l’azienda di trasporto urbano reclama, sono del tutto insufficienti a pagare stipendi e relativi oneri fiscali e contributivi, come ha seccamente replicato il presidente dell’Amat, Mario Bellavista. Inoltre anche a voler raschiare nelle casse comunali, si riuscirebbe forse a pagare lo stipendio del mese di luglio. Ma oggi è il 10 agosto e tra venti giorni sono davvero ipotizzabili scenari diversi?


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