Amat-Comune, diffida del M5s| Il buco nei conti si allarga - Live Sicilia

Amat-Comune, diffida del M5s| Il buco nei conti si allarga

Il capogruppo Forello: "L'azienda deve restituire 19,6 milioni". Marino: "Ne discuteremo".

PALERMO – Il buco nei conti dell’Amat si allarga e, presto, potrebbe diventare una vera e propria voragine. Il futuro della partecipata del comune di Palermo è più incerto che mai non solo perché si trova senza un presidente (Gristina si è dimesso e il successore non è stato ancora nominato), ma soprattutto perché i soldi che dovrebbe stralciare dai propri bilanci diventano sempre di più.

Come è noto il sindaco Orlando, con una direttiva che non ammette repliche, ha ordinato alle aziende di stralciare dai propri bilanci dei crediti che il Comune ritiene non dovuti: si tratta a volte di somme che risalgono a vent’anni fa, ma che le società hanno continuato a iscrivere nei propri bilanci approvati dallo stesso Comune. L’unità di crisi voluta dal Professore e formata dai più alti dirigenti di Palazzo delle Aquile, però, ha usato il pugno di ferro: Amap deve rinunciare a 3,5 milioni, Rap a quasi 5,2 ma il conto più salato è per l’Amat che deve togliere la bellezza di 29 milioni.

In alcuni casi (2,3 milioni) si tratta di soldi che l’azienda che gestisce autobus e tram chiede da anni, come per esempio le navette usate per l’Onu a Palermo del 2000; in altri invece (per 26,7 milioni) si fa riferimento ai chilometri che la società avrebbe dovuto percorrere annualmente con gli autobus e che invece non ha fatto. Secondo Amat sono state già applicate le penali, che avrebbero così sanato i chilometri non effettuati; per il Comune, invece, la società deve rinunciare ai soldi che prevedeva di incassare.

Tutto qui? No, perché adesso si rischia che i milioni a cui l’Amat deve rinunciare sfiorino quota 50: a metterlo nero su bianco è il capogruppo del M5s, Ugo Forello, in una diffida del 2 luglio inviata al sindaco, agli assessori Marino e Gentile e agli uffici, che si basa proprio sul lavoro dell’unità di crisi.

Il calcolo dei 26,7 milioni fa infatti riferimento a quei soldi che la società attende di incassare per il periodo che va dal 2011 al 2014, su un totale di 33 milioni visto che 6,4 sono già stati erogati. Per ognuno di questi anni, infatti, Amat avrebbe dovuto produrre 24 milioni di chilometri ma ne ha percorsi 16 o 17 milioni. Per il periodo precedente, 2008-2010, il Comune non avrebbe dovuto pagare 13 milioni, ma lo ha già fatto.

La direttiva del sindaco, finora, ha chiesto di stralciare i 26,7 milioni che Amat non ha ancora incassato. E quelli già pagati, che ammontano a 19,6 milioni? “Vanno immediatamente restituiti – scrive Forello nella diffida – Secondo questo schema, infatti, si sarebbe già causato un grave danno erariale al comune di Palermo di cui sarebbero responsabili la giunta, gli assessori e i dirigenti che si sono succeduti nel tempo”. “La posizione legale dell’ente è molto complessa – continua il grillino – considerato che lo stesso ha ripetutamente approvato i bilanci delle partecipate e anche i propri bilanci, in cui risultavano regolarmente registrati i corrispettivi”.

Insomma, se ai 26,7 milioni non ancora pagati si sommano i 19,6 che Amat ha già ricevuto e che quindi dovrebbe restituire “immediatamente” (come si legge nella diffida), si arriva alla cifra di 46,3 milioni di euro che Amat deve mettere sul piatto. “Considerato che per alcune somme starebbe per scadere il termine decennale della prescrizione – aggiunge Forello – si diffida il Comune, se ritiene corretto il criterio applicato nella direttiva, di attivare in via d’urgenza tutte le azioni necessarie a fine di evitare ulteriori danni irreparabili alle casse dell’ente”. Ma la diffida è rivolta anche ad Amat che dovrà “intraprendere ogni iniziativa utile a (eventualmente) contestare quanto sostenuto dall’Amministrazione, tutelando gli interessi dell’azienda e la continuità dei servizi”.

“Se il principio vale, vale anche per il passato – commenta l’assessore alle Partecipate, il vicesindaco Sergio Marino – Si aprirà con Amat una discussione anche su questo. La situazione ovviamente si complica di più, in questo momento siamo in una fase di transizione perché aspettiamo il nuovo presidente. Dopo le dimissioni del precedente, non c’è un interlocutore per l’azienda”. “Le dimissioni di Gristina sono un monito nei confronti dell’amministrazione comunale – spiega Forello – L’operazione proposta andrebbe a favore del debito del socio unico, il Comune, ma a discapito del patrimonio sociale e dei creditori dell’azienda. Cosa che Gristina non ha accettato”.

Il punto è che il prossimo presidente, chiunque esso sia, si ritroverà con un macigno sulle spalle. Dal momento che il vecchio cda ha ritirato il bilancio 2017, il prossimo consiglio di amministrazione dovrà approvare il nuovo e decidere se prevedere o meno lo stralcio dei 29 milioni. In caso positivo bisognerà trovare le risorse per tappare il buco, al contrario sarà scontro aperto con il Comune.

AGGIORNAMENTO

Il Comune passa ai fatti e, dopo la diffida del M5s, scrive ad Amat per riavere i soldi già versati. In una nota firmata ieri dai dirigenti del settore Partecipate, Palazzo delle Aquile chiede all’azienda la restituzione delle somme “entro 15 giorni con avvertimento che, in difetto, si ricorrerà presso le sedi competenti giudiziarie”.

LE REAZIONI

“Siamo indignati che il nostro richiamo alle responsabilità nel corso di questi mesi non soltanto non sia stato ascoltato, ma perfino minimizzato”. Così Fabrizio Ferrandelli in una nota. “Il rischio fallimento è sempre più reale. Infatti queste somme sono state già erogate e la società per restituirle dovrebbe averne disponibilità tra la liquidità. Cosa che dalle nostre evidenze non c’è. La situazione è peggiore di quanto da noi denunciato. Il presidente di Amat si è dimesso, l’azienda è al centro di una spartizione politica e non di un dibattito circa il risanamento ed il sindaco favoleggia di altre linee del tram da realizzare. Per tali ragioni – conclude – ho chiesto la convocazione di un Consiglio urgente. Chiedo immediatamente l’amministrazione in aula ed un confronto aperto e chiaro sul futuro dell’azienda”.

 


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