Palermo, due talpe, altrettante soffiate: sapevano degli arresti

Palermo, “entro il 24…”. Qualcuno avvertì i boss prima degli arresti

Due talpe, altrettante soffiate

PALERMO – Due blitz, altrettante talpe. I mafiosi di Mezzomonreale hanno saputo in anticipo degli arresti, una volta dei carabinieri e l’altra della polizia. Entrambe sono avvenute nel 2022. La Procura di Palermo è ancora al lavoro per identificare da chi è partita la soffiata giunta alle orecchie della famiglia Badagliacca, cognome storico nella mafia palermitana.

La talpa e gli arresti

“Ma io non ci credo proprio… questo discorso che entro il 24 c’è qualche cosa… lui vuole allarmare di più per fermare il discorso nostro… è diabolico non è sincero come gli altri”, diceva Pietro Badagliacca. Parlava con il figlio Angelo. Entrambi sono già sotto processo.

Badagliacca non voleva proprio crederci: “E si sanno queste cose 40, 30 giorni prima manco 30 anni indietro si sapeva”. Allora il preavviso arrivava “mezza giornata prima” ed invece ora “sanno pure la data”.

La fonte non si sbagliava. Nella notte fra il 24 e il 25 maggio 2022 la polizia ha arrestato nove persone nel mandamento della Noce.

La soffiata

Un passo indietro. Nel novembre 2021 i carabinieri monitoravano Gioacchino Badagliacca, inserito nel gruppo di fedelissimi che nel 2003 accompagnò Bernardo Provenzano, alias Gaspare Troia, in una clinica a Marsiglia per operarsi alla prostata.

Badagliacca, che è nipote di Pietro, una sera si allontanò dalla sua abitazione, alla Rocca, per recarsi in un immobile a Borgo Molara. Vi trascorse la notte. Un allontanamento che gli investigatori collegano al blitz “Nemesi” che portò in carcere una quarantina di persone per droga nella zona di San Lorenzo. Chi passava le informazioni? Le indagini sono ancora in corso.

“Uomini d’onore riservati”

Di sicuro le soffiate erano giunte a destinazione della potente famiglia mafiosa che per restare nell’ombra si è affidata su uomini d’onore riservati sfuggiti per anni, fino all’arresto, ai radar investigativi.

Sconosciuti erano i fratelli Pasquale e Michele Saitta. Si occupavano di vino e alimentari. I carabinieri sono riusciti a piazzare una microspia nella casa di campagna di Michele Saitta a Butera, nel Nisseno. Qui i Badagliacca, arrivati ai ferri corti, fecero la pace.


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