CATANIA – Da 1500 in su. Sebbene la geografia del prossimo Consiglio comunale di Catania debba essere ancora definita, i ras delle preferenze sono già ben più che chiari. Senatori cittadini eletti con numeri che sarebbero valsi anche scranni più prestigiosi. E che adesso, forti della legittimazione dell’elettorato, potrebbero avanzare pretese anche sulla giunta del sindaco Enrico Trantino. Il più votato, quando lo scrutinio di tutte le sezioni è appena terminato, è il nome di Fratelli d’Italia Daniele Bottino: supera agevolmente le 2300 preferenze e stacca, anche di parecchio, tutti gli altri consiglieri comunali.
Il più votato è Daniele Bottino
Di Bottino si è già scritto molto: è stato eletto, alle scorse amministrative, nella lista Con Bianco per Catania, tra le file del centrosinistra già allora sconfitto. Da capogruppo dei bianchiani in aula consiliare ha poi fatto una capovolta che l’ha portato dall’altra parte dell’aula consiliare di Palazzo degli elefanti: la sua adesione a Diventerà bellissima, il movimento dell’allora presidente della Regione Nello Musumeci, gli è valsa il ruolo di capogruppo. Adesso, con Fratelli d’Italia, porta a casa un altro ticket per un quinquennio a Palazzo degli elefanti. Non senza che la sua elezioni venisse preceduta da qualche polemica: per esempio quella sugli immancabili candidati sponsorizzati da Caf e patronati.
A seguire a ruota Bottino è un altro uscente che centra la riconferma: Andrea Barresi, 2018 preferenze a spoglio appena concluso, pure lui nella lista prenditutto di Fratelli d’Italia. Già cinque anni fa, candidato nella lista In campo con Pogliese in tandem con un’altra supervotata (Paola Parisi, stavolta 1724 voti), aveva fatto incetta di preferenze. E, in Consiglio, non aveva mancato di farlo notare, richiedendo all’ex primo cittadino ciò che voleva: un assessorato. E l’assessorato, infine, gli è stato dato: quello all’Ecologia. Bestia difficile da domare, i rifiuti a Catania. Eppure Barresi sembrava muoversi a suo agio nel settore, tra un porta a porta da lanciare e multe ai trasgressori da annunciare. Poi le note e alterne vicende dell’amministrazione Pogliese hanno fatto il loro corso e, con il commissariamento, Andrea Barresi è stato costretto a farsi da parte.
Volano alto Fratelli d’Italia e Forza Italia
Risultato esplosivo anche per Giovanni Petralia, Forza Italia, consigliere comunale uscente. I suoi quasi 1800 voti (1797, per la precisione) lo fanno volare altissimo nella classifica dei più votati per Palazzo degli elefanti. Una vittoria che è di tutti i forzisti e, di più, del commissario del partito a Catania e provincia Marco Falcone. Che incassa un eccellente risultato nel capoluogo etneo e porta i berluscones a essere il secondo gruppo consiliare più nutrito, al pari di Prima l’Italia, dentro al municipio.
Superano i 1700 voti altri tre eletti di Fratelli d’Italia: Erio Buceti (1771 voti), già presidente del IV Municipio, insieme a Erika Bonaccorsi (1754). I due, oltre al santino elettorale, condividono anche lo sponsor principale: il consigliere comunale uscente Luca Sangiorgio, pogliesiano doc, che ha scelto di non ricandidarsi perché per lui, con tutta probabilità, si apriranno le porte della giunta municipale guidata da Enrico Trantino. È a pelo con le 1800 preferenze Giovanni Magni, che ne ottiene 1799. È stato protagonista cinque anni fa di un caso che l’aveva poi costretto a un doloroso passo indietro: era sul punto di annunciare la sua corsa con Fratelli d’Italia, quando una parentela ingombrante si era frapposta tra lui e la discesa in politica. Il padre, Angelo Magni, 58 anni, è accusato di essere un esponente del clan Pillera-Puntina di Catania. Lui, Giovanni, ha sempre spiegato che quel genitore non l’ha mai conosciuto. Oggi si riprende, con gli interessi dati da una marea di voti, il sogno politico che cinque anni fa gli era stato precluso.
L’uscente Anastasi primo tra gli autonomisti
I candidati da 1500 voti, in una città in cui sono andate a esprimere una preferenza solo il 52 per cento delle persone aventi diritto, sono tantissimi: Milena Monteleone, di Forza Italia, era in tandem con Giovanni Petralia e ne ha sfruttato pienamente l’onda azzurra dei consensi (ottiene 1493 voti). Riccardo Pellegrino, 1626 voti, non avrebbe nemmeno bisogno di presentazioni: ex consigliere comunale, ex candidato a sindaco, ex candidato all’Ars, sotto processo per corruzione elettorale (dopo essere stato prosciolto dall’accusa di voto di scambio politico-mafioso), fratello di Gaetano Pellegrino, detto ‘u funciutu, ritenuto esponente del clan Mazzei e uomo di fiducia del capomafia Santo Mazzei.
Gli altri nomi forti delle preferenze si devono ricercare nelle due liste patrocinate da Raffaele Lombardo: Grande Catania e Popolari e Autonomisti. Sebastiano Anastasi, presidente del Consiglio comunale uscente, supera il traguardo dei 1600 voti (1617) ed è il più votato della sua lista. Durante la prossima consiliatura, avrà tutto il diritto di chiedere che lo scranno del presidente del senato cittadino torni suo. Lo segue a ruota Alessandro Campisi, 1532 preferenze. Poche meno di quelle della premiata ditta Angelo Scuderi e Maria Grazia Rotella: una coppia indissolubile, 1632 voti lui e 1574 voti lei. Già eletti nel 2018 nelle civiche a sostegno di Pogliese, erano poi transitati nel gruppo MuovitItalia e, da lì, dopo uno strano caso legato al gruppo Misto, al Movimento per l’Autonomia. Oggi sono loro a chiudere questa rassegna, ancora non definitiva, su chi – per usare un linguaggio caro a chi fa politica – a Catania i voti ce li ha.