Catania, uscite dall'aula e delibere ritirate: la versione di Anastasi

Catania, uscite dall’aula e delibere ritirate: la versione di Anastasi

Le fibrillazioni in maggioranza: colloquio con il presidente del consiglio comunale

CATANIA – Il rimpasto della giunta Trantino resta il tema politico del momento. Sullo sfondo, le conseguenti scosse telluriche all’interno della maggioranza che restano di una magnitudo sufficiente ad essere percepite anche nell’aula di Palazzo degli elefanti. Con tanto (pure) di uscite dall’aula e cadute del numero legale.

Ma non sfugge nemmeno che nel giro di appena una manciata di giorni, siano state ritirate dall’amministrazione comunale due delibere destinate ad approdare in consiglio comunale.
Ce n’è abbastanza per chiamare in causa il presidente dell’assise Sebastiano Anastasi per un colloquio a tutto campo sul momento.

Presidente, i recenti abbandoni d’aula sono riconducibili solo alle ormai arcinote “fibrillazioni nella maggioranza”?
“Mi lasci dire che è uno dei fenomeni che si ripete ormai dappertutto. Persino in Parlamento. È sale della democrazia”.

Ma di recente, a Catania è sembrato accadere molto spesso.
“Tempo fa era successo qualcosa che spinse i capigruppo di maggioranza – ma anche di opposizione – a stilare un documento. Ricordo che incontrammo anche il sindaco. Ma sa, sono fenomeni che accadono. Lo scorso martedì, è vero, è mancato il numero legale: e potrebbero esserci anche delle dinamiche politiche. Nel mio ruolo superpartes non voglio entrare nel merito ma, certo, sono mancati alcuni specifici gruppi. Oltre all’opposizione”.

Però appare chiaro che gli imminenti assestamenti di giunta stanno incidendo sui lavori dell’assise.
“Sono tagliandi tipici delle amministrazioni cittadine. Basta saperli governare. Non è facile: però, ad eccezione di qualche momento, ogni fase è stata sempre superata dal grande senso di responsabilità dei consiglieri comunali. L’altra sera è mancato il numero legale: ma sulla variazione di bilancio a favore dei nostri bambini delle scuole, i consiglieri hanno votato”.

Quando finiranno questi mal di pancia? Che prevede?
“Sono uno che sta bene attento a stare nel proprio ruolo e nelle proprie competenze. Del resto, per una frase ironica sulle vicende del Piano regolatore del porto mi è stato chiesto se volessi fare il presidente o il capogruppo. Io ritengo che, in tempi non eccessivamente lunghi, con l’amministrazione se ne dovrà venire a capo. Anche perché quello che è un normalissimo dibattito fra i partiti potrebbe generare un guado difficile da attraversare”.

Lo chiederemo anche al vice presidente Pellegrino: nell’ultima seduta abbiamo notato qualche tensione tra voi due.
“Mi fa piacere che seguiate con passione le vicende del consiglio. Trattandosi della figura del vice presidente, cerco di raccontare la questione in via del tutto istituzionale e fuori da ogni possibile polemica: il consigliere (Pellegrino, ndr) ha preannunciato il deposito di una mozione che trattava – al netto degli allegati – di fatti giudiziari che sono stati sotto la lente d’ingrandimento della magistratura di Napoli. Se mi sono innervosito è perché, è chiaro, da presidente il mio ruolo è anche quello di tutelare il consiglio che altrimenti si esporrebbe nel trattare atti riservati. Sono stati momenti di tensione, poi sorpassati”.

È finita così?
“Guardi, quello che mi fa piacere è che al di là del presidente che è garante dell’aula, il nostro segretario generale la dottoressa Rosanna Manno ha immediatamente risposto citando tutti i riferimenti di legge. E che avrebbero fatto sovraesporre tutto il consiglio comunale”.

Cambio argomento. Lo sa che tra i corridoi di Palazzo degli elefanti qualche bisbiglio ha riguardato anche il ritiro di alcune delibere dell’amministrazione comunale? 
“Sì, è vero. Solo un paio di giorni fa sono state ritirate due delibere. Una è la Catania Holding e l’altra quella sul Regolamento della pubblicità e della relativa imposta. A settembre scorso era accaduto per il Regolamento sulla disciplina delle misure preventive per il contrasto dell’evasione ai tributo locali. Prima ancora quello sulle tariffe Tari e sui dehors”.

Per chi è fuori da queste dinamiche, cosa significa?
“Guardi, ognuno è libero di fare tutte le critiche che vuole. Pur lavorando diciotto ore al giorno, qualcosa può sfuggire. Queste delibere non sono state ritirate per motivi politici ma perché il consiglio comunale deve fare il consiglio comunale”.

E tradotto che vuol dire? 
“Le porto un esempio. La delibera sulla Catania Holding viene ritirata perché di fronte a un atto che proponeva la fusione tra Asec e Sidra, il consiglio comunale ha approfondito e indicato mille esempi per dimostrare che questa cosa non andava affatto bene. Al momento, in attesa del parere del Collegio di difesa, il consiglio ha avuto ragione”.

Siamo al giro di boa di metà mandato. Dove sta andando Catania da quello che è il suo punto di osservazione?
“Catania ha intrapreso la strada giusta da qualche tempo. E ringrazierò sempre, piaccia o non piaccia, il precedente assessore al bilancio Roberto Bonaccorsi: non dobbiamo mai dimenticare da dove siamo partiti. Io nel dicembre del 2018 ho dovuto votare il dissesto ed è stata una delle cose più brutte e più tristi alle quali penso sempre. Grazie a quell’assessore siamo riusciti a condurre un processo che, poi, è stato pilota in Italia. E l’attuale amministrazione ha proseguito per questa strada”.

E ora che accade?
“Non entro nel merito dell’azione amministrativa, quello sarà la città a farlo. Di certo, in mezzo a tante criticità questa amministrazione sta affrontando tante battaglie. Ora si gioca un’altra partita su due fronti. Sul Piano regolatore giochiamo una partita importantissima. E sul futuro finanziario, con la fine della iattura del dissesto dobbiamo adesso aprire una fase di opportunità”.

Lo abbiamo chiesto pochi giorni fa anche al sindaco Trantino: mette la mano sul fuoco che il Palazzo è libero dai condizionamenti della criminalità organizzata?
“Ci metto la mano sul fuoco per tutta una serie di motivi. Prima di tutto perché non ho mai notato dei comportamenti che vanno in senso contrario. Sono uno navigato e non è che a me preoccupa se un consigliere vota o non vota: mai ho visto un consigliere farsi capo-popolo e insistere affinché una cosa si voti o meno. Ma, soprattutto, la qualità degli emendamenti proposti finora che tante volte irrigidiscono la struttura stessa delle proposte. Tutte queste cose mi lasciano dire che, in tal senso, possiamo stare tranquilli. Ma una cosa gliela posso garantire”.

Prego.
“Al semplice e minino sospetto mi assumerei la responsabilità in toto di recarmi immediatamente alla Procura della Repubblica”.


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