CATANIA – Riccardo Pellegrino non lascerà la vicepresidenza vicaria del Consiglio comunale di Catania, nonostante l’aut-aut presentato dai capigruppo del centrodestra (eccetto la Dc) di Palazzo degli Elefanti, a seguito dello scontro con il sindaco Enrico Trantino. Una contrapposizione che arriva da molto lontano. Da quando, cioè, il primo cittadino ha espresso pubblicamente le proprie perplessità sulla elezione alla vicepresidenza di un imputato per reati elettorali. Pellegrino, ieri, ha presentato denuncia ai carabinieri contro il primo cittadino. E intanto la Forza Italia catanese si spacca ufficialmente in due.
A difesa di Pellegrino
Nel primo pomeriggio di ieri, infatti, arriva il comunicato. Una parte dei consiglieri di Forza Italia difende a spada tratta Pellegrino. Sono Melania Miraglia, Agata Scalia e Gerry Barbagallo: “Siamo fiduciosi del fatto che la comunità catanese, al di là di alcune infelici frasi del sindaco, conosce e stima Riccardo e apprezza quanto il collega si stia spendendo per essa”, si legge nel comunicato.
Falcone e Pesce: “Non rappresenta Forza Italia”
Dopo poche ore intervengono, con una uscita diametralmente opposta, le segreterie provinciale e cittadina del partito fondato da Silvio Berlusconi.
Per Marco Falcone e Massimo Pesce, di fatto, Pellegrino non fa più parte della squadra. “Il consigliere del Comune di Catania Riccardo Pellegrino non rappresenta Forza Italia”, fanno sapere. Nella nota si precisa inoltre l’invio “di una formale diffida all’esponente etneo, intimandogli di non utilizzare il nome, il simbolo o riferimenti al partito in dichiarazioni, interventi o comunicati pubblici”.
“La decisione – si legge ancora – nasce da una condotta reiterata e divisiva che ha arrecato grave discredito al partito, ponendosi al di fuori delle sue linee valoriali e politiche”.
In merito allo scontro con il primo cittadino si parla di “episodi non edificanti e incompatibili con la lealtà e lo spirito di collaborazione che caratterizzano l’impegno di Forza Italia, nonché con le basilari regole di civile convivenza e di rispetto, sia fra gli aderenti al movimento azzurro che nella dialettica con le altre forze politiche della città di Catania”.
“Il prestigio del partito – concludono Falcone e Pesce – non può essere compromesso da spropositati comportamenti di singoli”.
Pd e M5s: “Catania nel caos istituzionale”
L’opposizione consiliare non resta a guardare. “Non si tratta più solo di contrasti personali o di tensioni interne ai gruppi consiliari: è evidente che il sindaco e la Giunta non sono in grado di gestire nemmeno le proprie dinamiche politiche, a maggior ragione quelle amministrative e quelle che riguardano la vita concreta della città”, affermano i consiglieri di M5s e Partito democratico.
Per gli esponenti del campo progressista “la maggioranza è paralizzata da logiche di potere e da uno scontro permanente che nulla ha a che vedere con l’interesse dei cittadini”. E aggiungono: “È arrivato il momento di chiedersi se questa amministrazione sia ancora in grado di governare o se intenda continuare a navigare a vista, senza una rotta e senza una prospettiva per Catania”.

