Ammortizzatori in deroga |Tutti i numeri della crisi - Live Sicilia

Ammortizzatori in deroga |Tutti i numeri della crisi

I dati catanesi del 2013 sugli ammortizzatori sociali, rimandano l’identikit di una città sempre più martoriata dalla disoccupazione.

CATANIA – Richieste di cassa integrazione ordinaria che quadruplicano nel giro di un anno, lavoratori interessati alla cassa “straordinaria” raddoppiati, e di contro importi erogati per Aspi e mini Aspi (disoccupazione non agricola a favore di lavoratori) che risultano dimezzati. I dati catanesi del 2013 sugli ammortizzatori sociali, ossia le misure che hanno l’obiettivo di offrire sostegno economico ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, rimandano l’identikit di una città sempre più martoriata dalla disoccupazione. I numeri del disagio che sono stati presentati stamattina non tengono conto del mondo agricolo, sottoposto ad altre regole. Ma rivelano anche un’inquietante prospettiva: ben quattromila lavoratori catanesi (ma la stima potenziale è stata calcolata in difetto) potrebbero rimanere senza ammortizzatori a partire dal 2015.

L’equazione principale che sembra venir fuori dall’analisi? Aumentano esponenzialmente le domande di aiuto e diminuiscono i soldi a disposizione dei lavoratori in difficoltà. A divulgarli stamattina è stata la Camera del lavoro, a seguito di un accurato lavoro di raccolta e analisi dei dati Inps, arricchiti da successive elaborazioni. Erano presenti il segretario generale Giacomo Rota, insieme al direttore Inca Cgil, Vincenzo Cubito, al responsabile del Dipartimento mercato del lavoro, Giuseppe Oliva e al segretario confederale Giovanni Pistorio.

Ma ecco i dati più importanti: la Cassa integrazione guadagni ordinaria, passa dalle 457 richieste del 2012 alle 1689 richieste del 2013. Il dato, che quadruplica in dodici mesi, segnala la crisi delle grandi aziende a Catania; una crisi che arriva in ritardo rispetto ad altri settori, ma che si rivela inesorabile. Il dato sorprendente è poi quello legato alla Cassa integrazione straordinaria che raddoppia ma che investe ben 13571 lavoratori nel 2013 a fronte dei 6051 del 2012. Rimane pressoché invariato il ricorso alla Cassa integrazione guadagni in deroga che però nel 2013 ha visto tra le aziende coinvolte il dramma della vertenza Aligrup. Per gli ammortizzatori ordinari Aspi/mini Aspi l’importo erogato nel 2013 si dimezza rispetto a quello dell’anno precedente: a fronte di prestazioni erogate nel 2012 per 114 milioni di euro, nel 2013 ai lavoratori catanesi che hanno perso il posto di lavoro sono stati pagati solamente 58 milioni di euro in termini di prestazioni assistenziali, sulla base di 36090 aventi diritto nel 2013, a fronte di 34176 soggetti nel 2012.

Sulle mobilità in deroga (l’ultima spiaggia, utilizzata quando i classici ammortizzatori sociali non possono più essere utilizzati o quando gli eventi negativi danneggiano un’azienda senza colpa) il dato, piuttosto rilevante, segnala un passaggio dalle 1387 richieste del 2012 alle 2813 richieste del 2013. Per il segretario generale Giacomo Rota, “i dati che segnaliamo oggi fotografano una città in ginocchio e rivelano che a seguito della crisi degli ammortizzatori in deroga, migliaia di catanesi saranno consegnati alla disperazione. Ciò perché è stata dimezzata la somma messa a disposizione dallo Stato per le disoccupazioni. L’Aspi non risolve i problemi dei lavoratori, e siamo di fronte ad un territorio provinciale falcidiato dalla crisi e ad uno Stato che vuole fare le nozze persino dimezzando i fichi secchi”.

Cubito ha sottolineato che il 2013 “è stato l’anno che ha cambiato il sistema sia previdenziale che degli ammortizzatori sociali su intervento del governo Monti. Ma il risultato oggi è chiaro: di fatto l’obiettivo era quello di risparmiare fuori di milioni alle casse dell’ INPS senza tenere conto dei risvolti drammatici della crisi sulle persone”.

Aggiunge Giuseppe Oliva: “I dati a nostra disposizione fotografano, ad esempio, la crisi della piccola e media impresa artigiana catanese, che chiudendo nel 2012, costringe i lavoratori a richiedere Aspi nel 2012 e mobilità in deroga nel 2013. Il dato però che desta perplessità è che a fronte di un aumento di richieste di oltre 1500 lavoratori le somme spese dalla Regione passano da i 20 milioni del 2012 a i 34 milioni del 2013, segno che le prestazioni sono diminuite e che i lavoratori percepiscono indennità sempre più vicine alla soglia di sussistenza”.

E poi c’è l’allarme sociale, quello che preoccupa più di ogni altro aspetto: “La crisi investe in maniera doppia il sistema delle aziende di entità superiore ai 15 dipendenti. Ma quali sono gli sbocchi per rientrare nel mercato? – chiede Giovanni Pistorio- Purtroppo non sono ancora state studiate vere soluzioni anti crisi e il rischio è quello di andare incontro a fenomeni di ribellismo difficile da governare”.

Qual è la proposta della Cgil? “La creazione di ammortizzatori sociali “universali” , a prescindere dal settore di appartenenza- conclude Rota- finanziati non dalla fiscalità generale ma da un quota che viene versate da tutte le aziende. Si pensa ad una copertura legata ai settori produttivi di provenienza, mentre l’erogazione andrebbe collegata all’anzianità aziendale”. Racchiudere tutte le casse integrazione in un’unica forma di cassa e iniziare a pensare a modelli di politiche attive, a detta del sindacato potrebbe in definitiva rappresentare un importante cambio di passo a favore della rinascita.


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