In fondo – avrà pensato lei – il prezzo era giusto. Un pacco scarno di soldi in cambio di amore. D’accordo, amore e desiderio finti. Ma vuoi mettere il valore di un’illusione nel deserto? D’accordo, lui era (è) un uomo indifeso, un anziano allo sportello di una banca, colto nella sua fragilità. Talmente fragile da credere, forse, che le avances di quella donna tanto più giovane fossero sincere. Non un espediente truffaldo.
La storia è finita male. La racconta benissimo, come sempre, la crudezza del comunicato della questura: “Agenti della Polizia di Stato appartenenti al Commissariato P.S. ‘Oreto-stazione’ hanno tratto in arresto Graziano Alessandra (nella foto), 32enne palermitana pregiudicata di via Roccazzo, La donna, già pregiudicata e, fino a ieri, agli arresti domiciliari, è stata riconosciuta quale responsabile di una rapina perpetrata, il 10 agosto scorso, ai danni di un 74enne palermitano, derubato di 500 euro. Sono così già due gli episodi delittuosi analoghi per i quali è stata accertata la responsabilità della Graziano e che delineano una spiccata propensione della donna alla serialità nel campo delle rapine ad anziani, adescati all’interno di istituti postali e di credito”. L’adescatrice seriale si comportava così: “L’episodio che ha determinato l’emissione dell’ultimo provvedimento risale al 10 agosto scorso quando un 74enne palermitano si recò all’agenzia del Banco di Sicilia di via Roma per prelevare la somma di 500 euro dal suo conto corrente. La vittima fu evidentemente notata dalla rapinatrice già all’interno dei locali bancari tanto da essere avvicinata con modi particolarmente affabili . Il tono e le maniere particolarmente confidenziali adottate dalla Graziano nei confronti dell’anziano non passarono inosservate neanche agli occhi del cassiere dell’istituto di credito, la cui testimonianza si sarebbe rivelata fondamentale ai fini dell’individuazione della rapinatrice”. Segue l’epilogo. “Le apparenti manifestazioni di affetto furono in realtà un modo per circuire il pensionato che di li a breve se ne sarebbe purtroppo reso conto. La vittima fu infatti convinta a seguire la donna fuori dalla banca fino all’interno dell’androne di un vicino edificio. Qui la donna fece delle avances all’uomo che, solo allora, iniziò a non vederci chiaro. Lontano da orecchie ed occhi indiscreti era però ormai troppo tardi per potere chiedere aiuto, così la donna che bene aveva scrutato la tasca ove l’uomo in banca aveva riposto il denaro, glielo sottrasse e si diede alla fuga a bordo di ciclomotore. Le fasi del finto corteggiamento erano state però talmente lunghe da dare la possibilità all’uomo di fissare bene i tratti somatici della sua rapinatrice. La denuncia sporta ai poliziotti del Commissariato P.S. ‘Oreto-stazione’ fu così corredata da una compiuta descrizione della rapinatrice, per altro suffragata dalla testimonianza del cassiere della banca”. E’ finita con gli arresti domiciliari e il sommesso rumore di un’illusione infranta.
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