Amt e i fondi del DL 35 |L'interrogazione alla Camera - Live Sicilia

Amt e i fondi del DL 35 |L’interrogazione alla Camera

L'ha presentata il deputato di Fratelli d'Italia, Fabio Rampelli.

CATANIA – Un’interrogazione al Ministro dell’Economia e Finanza e al Ministro dell’Interno per capire meglio l’utilizzo dei fondi del decreto legge 35. L’ha presentata l’onorevole Fabio Rampelli, dopo le denunce del consigliere comunale Manlio Messina, in merito alla presunta distrazione di fondi destinati alla Bad company proprio per pagare i debiti contratti. “Ai sensi della Delibera Consiliare n.4 del 31 marzo 2011, il Comune di Catania ha determinato la trasformazione per scissione, ai sensi dell’art. 115 del D.Legs. 267/2000 (T.U.E.L.) dell’Azienda Municipale Trasporti di Catania (AMT) dando vita ad un nuovo soggetto giuridico denominato Azienda Metropolitana Trasporti S.p.a. (AMT SPA)” – si legge. In seno alla succitata Delibera Consiliare n.4/2011 e del conseguente Atto di Trasformazione per scissione stipulato dinnanzi al Notaio Carlo Saggio a Catania il 7 luglio 2011, in data 31 luglio 2011, tutte le attività operative dell’AMT sono cessate determinando il trasferimento all’AMT SPA delle risorse materiali e umane”. 

A norma dell’art. 85 del D.P.R. 4 ottobre 1986, n.902, avendo il Consiglio Comunale determinato la cessazione del servizio in capo all’azienda, a seguito della succitata Delibera Consiliare n.4/2011, l’AMT ha proceduto ad approvare lo stato attivo e passivo dell’azienda elaborando un progetto generale di liquidazione; 

la Commissione Amministratrice, relativamente alla Delibera Consiliare 4/2011, evidenziava che il risultato dell’esercizio contabile per il periodo dal 1 gennaio al 31 luglio 2011 era pari a -€8,820,629; alla data del 18 giugno 2011 il Consiglio Comunale con deliberazione n. 23/2009, nell’approvare il bilancio consuntivo 2009 dell’AMT, determinava la copertura della perdita di esercizio ammontante a €19.180.260: tale perdita è stata pertanto iscritta nel patrimonio netto aziendale dell’AMT, unitamente alla perdita dell’esercizio 2010 pari a €4.050.279, così come attestato dalla Commissione Amministratrice dell’azienda con Delibera n.58 del 22 aprile 2011, e alla perdita registrata nell’esercizio 2011 sino al 31 luglio; 

a fronte del debito istituzionale identificato per un importo complessivo pari a €56.672.726 e dei crediti verso il Comune, pari nel totale a €78.434.500, la quota lasciata nella situazione patrimoniale dell’AMT Municipalizzata ammontava a € 32.159.970, costituita da una parte dei crediti iscritti come ripiano delle perdite rilevate negli esercizi precedenti e dal patrimonio netto negativo al 31 luglio 2011 pari a €24.512.756 quale valore residuo delle perdite e oggetto di ripianamento nell’ambito delle procedure di liquidazione dell’AMT Municipalizzata; 

le componenti patrimoniali attive attribuite all’AMT ammontavano a €90.588.738 e la quota dei crediti verso il Comune pari a €46.274.534; 

in data 8 aprile 2013 il Governo Italiano ha approvato il Decreto Legge n.35 avente ad oggetto “Disposizioni urgenti per il pagamento di debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali” pubblicato in Gazzetta n.82 dell’8 aprile 2013;

 

al fine di consentire la liquidità necessaria per il pagamento dei debiti degli Enti locali, il DL 35/2013 ha previsto di reperire le risorse con due modalità, ovvero mediante l’accesso come stabilito al comma 10 dell’art.1 ad apposito fondo, istituito nello stato di previsione del MEF e denominato “Fondo per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili”: il ricorso alla richiesta di risorse finanziarie ai sensi del comma 10 dell’art.1 inoltrato alla Cassa Depositi e prestiti, e la restituzione delle somme anticipate mediante apposito mutuo a 30 anni al tasso corrispondente a BTP del Tesoro a 5 anni; oppure mediante il ricorso all’aumento dell’anticipazione di tesoreria come previsto al comma 9 dell’art.1 che incrementava fino al 30 settembre 2013 il limite da tre a cinque dodicesimi di quanto stabilito dall’art.222 del D.Lgs n.267/2000: l’utilizzo della maggiore anticipazione di Tesoreria sarebbe stata eliminata entro la data del 30 settembre 2013 tramite il vincolo alla quota corrispondente dell’entrata propria IMU;

 

con Deliberazione del Consiglio Comunale n.53 del 6/12/2012 il Comune di Catania, in applicazione dell’art.243 bis del TUEL, come introdotto dal D.L. 174/2012, ha deliberato di prendere atto delle condizioni di squilibrio strutturale del bilancio dell’Ente, approvando il 2 febbraio 13 con Deliberazione n.14 la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale di cui all’art.243 – bis del TUEL e dando mandato al Ragioniere Generale di attivare le procedure necessarie per accedere all’anticipazione a valere sul “Fondo di rotazione per assicurare la stabilità finanziaria degli Enti Locali” di cui all’art.243 ter del TUEL, nonché di completare il procedimento avviato per accedere all’anticipazione delle predette risorse ai sensi dell’art.5, comma 1, del DL 174/2012, convertito in L.213/2012;

ci è dato sapere che nel mese di agosto 2014 sono stati disposti, come da DL 35/2013, 196milioni di euro per rimpinguare le casse del comune di Catania a copertura di una parte della massa debitoria contratta non solo nei confronti dei privati, fornitori e aziende, ma anche nei confronti delle società partecipate dal Comune: un mutuo trentennale al tasso del 2,27%

il 29 luglio a.d. sono stati effettuati due bonifici dai conti dell’AMT in liquidazione sul conto del Comune di Catania per un ammontare di 42milioni di euro circa derivanti dal DL 35/2013, con causale “riversamento somme per chiusura liquidazione Azienda Municipale Trasporti”: tale operazione bancaria, arbitraria e illegittima a parere dell’interrogante, è stata smascherata e resa nota durante la seduta consiliare del 13 settembre scorso dal consigliere comunale in quota FdI – AN Manlio Messina. Come da causale, si presuppone la chiusura della liquidazione e quindi l’avvenuto pagamento ai creditori dell’azienda, ma i debiti dell’AMT, di fatto, non sono stati pagati: da quel che ci è dato sapere, creditore milionario è l’Inps, le cui cartelle esattoriali sono già passate a Riscossione Sicilia. Inoltre, in quanto azienda municipalizzata, la liquidazione sarebbe dovuta avvenire previo parere dei revisori contabili del comune e dell’AMT, ai quali l’amministrazione avrebbe dovuto per altro garantire la sostenibilità della chiusura della liquidazione, e passare al vaglio di deliberazione del Consiglio Comunale. Tale prassi però è stata deliberatamente omessa;

il DL 35/3013 riporta all’art.1, comma 16 che le anticipazioni di cassa eventualmente concesse in applicazione dell’art.5, del decreto legge 10 ottobre 2012, n.174, convertito con modificazioni, dalla Legge 7 dicembre 2012, n.213, che risultassero non dovute, sono recuperate da parte del Ministero dell’Interno;

 

all’art.12, comma 11 del succitato DL 35/2013 si ribadisce che le eventuali risorse non utilizzate per i pagamenti previsti dall’articolo 1, comma 13, dall’art. 2, comma 1 e dall’art. 3, comma 1, come risultanti dal monitoraggio di cui al comma precedente, possono essere destinate, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, ad incremento prioritariamente di quelle previste all’art. 5, comma 7;

il conto corrente della tesoreria del Comune di Catania verte in stato di passività per un ammontare di circa 130 milioni di euro: il 9 agosto scorso, tra l’altro, veniva inoltrata la relazione della Corte dei Conti sullo stato di attuazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale e sul raggiungimento degli obiettivi intermedi fissati dal piano stesso per il primo semestre 2016 (Art.243 quater, comma 6, del TUEL), nella quale si evidenzia il mancato raggiungimento dell’obiettivo generale con uno scostamento di euro 4.109.346,27 pari al 17,71 per cento; con D.A. n.104/S3, ai sensi dell’art.109 bis dell’O.R.EE.LL. Per mancata approvazione del Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2016, è stato nominato commissario ad acta il dr. Carlo Domenico Turriciano, componente dell’Ufficio Ispettivo dell’Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica;

il piano di riequilibrio finanziario varato il 10 settembre scorso dalla Giunta Bianco, prevede di vendere attraverso il Documento Unico di Programmazione 2016-2018 il patrimonio pubblico della città di Catania per circa 47milioni di euro, ovvero il 5% dell’intero piano di rientro. Tra i beni individuati in delibera, non ancora approvata dal Consiglio Comunale: la Chiesa di San Francesco (167mila euro), Villa Curia (2.218.000 euro), l’ex Monastero di Sant’Agata (2.274.000 euro), la Chiesa di San Cristoforo Minore (130mila euro); il Teatro Coppola, primo teatro storico di Catania occupato e autogestito dai cittadini (240mila euro); le antiche masserie presenti a Librino e San Giorgio: masseria Carcaci, masseria Bummacaro, masseria San Giorgio, masseria Moncada, l’ex villa De Stefani, Casa Castagnola, masseria Bicocca; Villa Fazio (441mila euro); l’ex Cinema Concordia, villa Gentile Cusà e il villino di via Rametta sede di numerose attività; l’ex mercato ortofrutticolo dove aveva appena inaugurato la “Cittadella agroalimentare” in collaborazione con l’Università di Catania e il Consorzio regionale per la ricerca e la sperimentazione; il mercato rionale di San Cristoforo; l’ex mercato rionale di Barriera ora adibito a uffici comunali; appartamenti e i palazzi da destinare ad abitazioni, nonché botteghe;

– se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti riportati in premessa;

– se non intendano adottare iniziative per procedere a verifiche e controlli, anche documentali, dei fatti sopra esposti che giustifichino il trasferimento dei fondi del DL 35/2013 dai conti dell’AMT in liquidazione al conto del Comune di Catania, rendendo noto l’impiego delle somme in oggetto eventualmente stornate;

– quali iniziative verranno intraprese una volta accertate le evidenti anomalie procedurali in violazione del DL 35/2013; 

– se non ritengano che nell’elenco di beni proposti alla vendita siano presenti beni inalienabili e, poiché inseriti nel piano di rientro, a garanzia in caso di dissesto finanziario del Comune di Catania.

 

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