Ancora un naufragio di migranti | I corpi di una donna e di un bimbo - Live Sicilia

Ancora un naufragio di migranti | I corpi di una donna e di un bimbo

Il naufragio sarebbe avvenuto a 50 miglia dalla costa libica. Non è stato ancora accertato il numero complessivo delle vittime. Arresti a Siracusa e a Ragusa, VIDEO.

A largo della Libia
di
5 min di lettura

PALERMO- Ancora un naufragio a largo delle coste libiche. Due i cadaveri recuperati. I sopravvissuti soccorsi dalle unità militari e mercantili inviate dalle autorità italiane sarebbero 268. Il naufragio sarebbe avvenuto a 50 miglia dalla costa libica. I due corpi recuperati in mare arriveranno a Porto Empedocle (Ag) in mattinata a bordo del pattugliatore d’altura Peluso CP905 della Guardia Costiera. Non è stato ancora accertato il numero complessivo delle vittime.

“E’ arrivato a Porto Empedocle il pattugliatore d’altura della Guardia Costiera, con a bordo i cadaveri di due migranti recuperati in mare aperto a circa 50 miglia a nord delle coste libiche a seguito del naufragio di una imbarcazione. Continuiamo ancora il pietoso rituale nella banchina del porto”, commenta il sindaco di Porto Empedocle, Lillo Firetto. “A volte il mare africano restituisce i poveri resti. – aggiunge – Sogni spezzati. Sono oltre ventimila gli uomini, donne e bambini inghiottiti dal Mediterraneo. Una tragedia senza fine”.

Le salme giunte a Porto Empedocle (Ag) sono di una donna, età apparente 35-40 anni, e di un bambino di 9-10 anni, probabilmente siriani. Il medico legale ha concluso l’ispezione cadaverica effettuata direttamente al porto e adesso i cadaveri verranno portati all’obitorio dell’ospedale “San Giovanni di Dio” dove saranno sottoposti ad autopsia. Il naufragio, l’ultimo di una lunga serie, si sarebbe verificato nella notte fra sabato e domenica.

Un arresto a Siracusa

Un egiziano di 34 anni, Mohamed Salem Osama Mohamed, latitante dal febbraio del 2013, è stato arrestato dalla squadra mobile di Siracusa e dalla polizia di frontiera dell’Aeroporto di Fiumicino perché ritenuto una delle tre persone, due delle quali extracomunitari, che avrebbero tenuto segregato un gruppo di circa 25 migranti sbarcato tra il 14 e il 15 febbraio dello scorso anno dello scorso anno in una spiaggia nei pressi di Cassibile, in provincia di Siracusa. L’uomo aveva fatto perdere le proprie tracce dopo che la procura aveva emesso nei suoi confronti un provvedimento di fermo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Il 16 febbraio del 2013 la polizia di Siracusa controllò la spiaggia di Fontane Bianche, a Cassibile, dopo una segnalazione relativa alla presenza di extracomunitari. Sul posto trovò i carabinieri, che avevano rintracciato otto extracomunitari, verosimilmente di nazionalità egiziana. Durante ricerche di eventuali altri extracomunitari la polizia ne trovò uno, senza permesso di soggiorno, che disse di far parte di un gruppo di circa 25 egiziani sbarcato su una spiaggia vicina due notti prima, fra il 14 e 15 febbraio. Il giovane raccontò agli agenti di essere stato tenuto segregato insieme con i compagni di viaggio in una baracca in lamiera annessa a una villetta, che fu individuata dalla polizia nella Traversa Mottava. Durante un controllo della villa la polizia trovò oggetti che fecero pensare ad uno sbarco, che sarebbe stato favorito dai proprietari dell’immobile: vestiti bagnati, un telefono satellitare, numerose schede telefoniche, documenti in lingua araba e generi alimentari. Nell’abitazione, nascosto sotto un letto, gli agenti trovarono un giovane di 25 anni di Augusta, Pietro Paradiso, che, ammise, nei due giorni precedenti aveva svolto le mansioni di sorvegliante degli stranieri, che fu fermato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sequestro di persona in concorso. L’abitazione e la baracca annessa furono sequestrati. A tenere segregati i migranti sarebbe stato, oltre a Mohamed Salem Osama Mohamed e Paradiso, un marocchino di 41 anni, Ahmed Bouknadel Ahmed, nei confronti del quale la Procura della Repubblica di Siracusa emise un provvedimenti di fermo, che si costituì presentandosi alla squadra mobile di Siracusa.

Lo scafista preso a Ragusa
E’ stato arrestato dalla squadra mobile di Ragusa un cittadino del Senegal, accusato di essere lo scafista del barcone a bordo del quale ieri sono giunti a Pozzallo 185 migranti. In queste ore la Prefettura di Ragusa sta trasferendo con ponti aerei e bus 350 persone. Nel pomeriggio è atteso l’arrivo di altri migranti.

Altro sbarco a Pozzallo. Soccorsi da una nave petroliera maltese a bordo di un gommone fatiscente sono stati recuperati nel canale di Sicilia 87 migranti dei quali 12 donne e 11 minori. Per quattro di loro è stato necessario il ricovero in ospedale. Una donna in gravidanza e’ stata trasferita per accertamenti nell’ospedale di Modica, mentre, un’altra donna e due uomini per problemi respiratori sono stati ricoverati nell’ospedale di Ragusa.

La testimonianza

“Eravamo ammassati in un fabbricato sorvegliati da libici armati di pistole e fucili. Io sono stato picchiato più volte, altri sono stati meno fortunati di me. Molte persone sono state uccise dai libici che continuamente sparavano all’interno del fabbricato a volte per spaventare ma altre colpivano a morte”. E’ la testimonianza di uno dei migranti raccolta dagli investigatori della Squadra Mobile di Ragusa durante le indagini, durate circa 18 ore, che hanno permesso di risalire all’identità dello scafista di una imbarcazione con a bordo 90 persone soccorsa sabato scorso dalla nave mercantile “Chem Helen”. L’uomo, un senegalese di 20 anni Bafuviya Daffa, è stato fermato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La nave mercantile, che dopo dopo pochi minuti soccorse un altro gommone con a bordo 93 migranti provenienti dal centro Africa, aveva poi raggiunto il porto di Pozzallo all’alba di ieri. Ad incastrare il senegalese sono state le testimonianze dei migranti che viaggiavano a bordo con lui, pochissimi dei quali sono stati quelli disposti a parlare per paura di ritorsioni. Stando a quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato 500 dollari a passeggero per un totale di 45.000 dollari. “Ho lavorato per tre mesi – ha aggiunto il testimone – per pagarmi il viaggio senza percepire alcun salario. Non saprei dire quale fosse la somma richiesta per la traversata. Il 23 luglio scorso il libico mi ha portato a casa sua a Tripoli dove sono rimasto un giorno, poi sono stato portato in un grosso fabbricato dove c’erano tantissime persone ammassate in attesa di essere avviati in Italia. Non c’era pavimento. Dormivamo per terra e ci davano poco cibo una sola volta al giorno e poca acqua, dal sapore salmastro”. Oggi la polizia di Ragusa ha trasferito 300 migranti verso altri centri a bordo di aerei charter.

(Fonte ANSA)


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI